(San Paolo 1893-1945) scrittore e musicologo brasiliano. Fu tra i principali leader del modernismo, sorto a San Paolo nel 1922. Esordì come poeta nel 1917 con C’è una goccia di sangue in ogni poema (Há uma gota de sangue em cada poema), le cui forme parnassiane vennero superate da Folle San Paolo (Paulicéia desvairada, 1922), vero manifesto, per i temi cittadini, il verso libero e la lingua «impura», della nuova avanguardia brasiliana, che rompeva con la tradizione postromantica e ricercava la poesia della città, della vita collettiva, nell’intento di dar voce all’anima brasiliana. Nelle poesie successive A. affrontò i temi del razzismo, della miseria, della libertà: La fine dei mali (Remate de males, 1930), Lira paulistana (1946). Tra le opere in prosa, caratterizzate da un originale ritmo sintattico, spiccano i romanzi Amare, verbo intransitivo (Amar, verbo intransitivo, 1927) e Macunaíma (1926, grande narrazione del Brasile plurirazziale in forma di «rapsodia» espressionistica), e i racconti di Belazarte (1934).