Compositore. Studiò con padre Martini e dal 1748 al 1751 fu organista nel duomo di Faenza. Passato a Copenaghen nel 1753 (come direttore dell'Opera italiana e poi come direttore della musica di corte), vi rimase (salvo una permanenza di tre anni a Roma) sino al 1775. Da quell'anno direttore del conservatorio dell'Ospedaletto di Venezia, fu poi maestro di cappella nel duomo di Milano (1779-84). Trasferitosi a Pietroburgo nel 1784 (dove, sfruttando i suoi studi di acustica, mise a punto un La diapason di 436 vibrazioni), morì durante il viaggio di ritorno in patria. Maestro di Cherubini, stimato da Mozart, fu essenzialmente un autore teatrale, ligio agli schemi dell'opera napoletana e assai celebre al suo tempo. Con altre composizioni sceniche, Giulio Sabino (1781), Fra i due litiganti il terzo gode (1782), Armida e Rinaldo (1786) furono i più noti degli oltre 60 suoi melodrammi, molti dei quali su libretti in danese o russo. I contemporanei lo qualificarono come il «Tibullo della musica», volendo sottolineare in tal modo la dolcezza della sua ispirazione, che largo posto concedeva alle maniere del bel canto e poco alla caratterizzazione drammatica dei personaggi. Compose inoltre sinfonie, oratori, diversa musica sacra, sonate per clavicembalo o pianoforte e altre per violino o flauto e clavicembalo, musica vocale e da camera.