Nata il 18 marzo del 1929 in Polonia è considerata una scrittrice tedesca e ha vissuto nella Germania Est, laureandosi a Lipsia e svolgendo attività di lettrice editoriale a Berlino (dove è morta) e a Halle. È una delle principali scrittrici contemporanee.
Passata in pieno per due dittature su terra tedesca, ha incarnato per decenni il cuore della letteratura e dei sogni dell’ex-Rdt.
Il suo impegno politico ufficiale si è accompagnato a un’insistente rivendicazione della propria autonomia di scrittrice; nel 1976 è stata espulsa dall’Unione degli scrittori tedeschi. Il racconto lungo, Il cielo diviso (Der geteilte Himmel, 1963), storia di un amore nella Germania divisa, divenne uno dei testi più letti e discussi nel suo paese.
Riflessioni su Christa T. (Nachdenken über Christa T., 1968), scarna biografia di un’amica scomparsa, scava nelle difficoltà dell’individuo a inserirsi nel socialismo reale degli anni ’60. Successivamente la W. ha esplorato i modelli di comportamento della generazione cresciuta con il nazismo (Trama d’infanzia, Kindheitsmuster, 1975) e le analogie tra i poeti romantici e gli intellettuali di oggi (Nessun luogo. Da nessuna parte, Kein Ort. Nirgends, 1979), immaginando l’incontro, nel 1804, tra Heinrich von Kleist e Karoline von Günderode, entrambi incapaci di calarsi in una relazione convenzionale.
Degli stessi anni sono L’ombra di un sogno (Die Schatten eines Traumes, 1978) e il saggio su Bettina Brentano del 1979 (in Pini e sabbia del Brandeburgo. Saggi e colloqui, 1990).
Nel racconto Cassandra (1983) l’opposizione tra la profetessa e la società troiana allude alla minaccia del conflitto nucleare, in cui l’individuo, a Est come a Ovest, è ridotto a mero oggetto amministrato; Cassandra è colei che osa dire la verità prima che la sua parola venga colonizzata e confiscata.
Tra le opere successive: Guasto (Störfall, 1987), una meditazione sul tema dell’esistenza dopo il disastro di Chernobyl; Recita estiva (Sommerstück, 1989); Congedo dai fantasmi (Auf dem Weg nach Tabou, 1994), che affronta, tra l’altro, il tema delicato dei suoi rapporti con la Stasi, la polizia politica della Germania Est; Medea (1996), rilettura del personaggio mitico che diventa riflessione sulle origini dell’idea di potere; In carne e ossa (Leibhaftig, 2002), discesa agli inferi di un corpo malato e di una mente persa tra illusioni del passato e disincanto del presente.
Per quarant’anni la W. ha annotato, ogni 27 settembre, fatti e pensieri di quel giorno: Un giorno all’anno. 1960-2000 (Ein Tag im Jahr, 1960-2000, 2003) è un vivissimo autoritratto, intessuto di quotidianità, attraverso il quale si possono leggere anche i profondi mutamenti della Germania nell’arco di quarant’anni.
La sua opera letteraria e saggistica è tradotta nelle principali lingue.
In Italia i suoi libri sono pubblicati dalla casa editrice E/O.
Omaggio a Christa Wolf In occasione del suo ottantesimo compleanno
"Nei bei libri c’è sempre qualcosa di intenso che è come se fosse fuggito via per sempre dalla persona che li ha scritti, rendendola umanamente più povera. Non è il caso di Christa Wolf. Ciò che le sue pagine consegnano ai lettori è anche ciò che ne fa una persona eccellente. Lei è i suoi libri, e i suoi libri sono lei."
Dal testo scritto da Anita Raja e Domenico Starnone per il volume pubblicato in Germania in occasione degli ottanta anni di Christa Wolf.