(Ghlin, Mons, 1894 - Bruxelles 1952) narratore e poeta belga. Esordì giovanissimo come poeta con la raccolta Il fanciullo che fu deluso (L’enfant qui fut déçu, 1913), in cui si nota l’influsso di E. Verhaeren. Spinto da una profonda inquietudine ideologica, P. si dedicò presto all’attività politica: nel 1920 fu tra i fondatori del partito comunista belga ma ne venne espulso per trotzkismo nel 1928. Il senso della crisi dei valori della società contemporanea lo risospinse più tardi verso la religione cattolica. Tra le altre sue raccolte poetiche, si ricordano La guerra degli uomini (La guerre des hommes, 1920), e Storia santa (Histoire sante, 1931). Nei suoi numerosi romanzi, spesso di ampio respiro e di complessa architettura, P. ha attinto alle sue esperienze di rivoluzionario per ricostruire i conflitti drammatici di individui idealisti alle prese con la realtà del collettivismo comunista (Falsi passaporti, Faux passeports, 1937, premio Goncourt) oppure ha scandagliato i vizi, l’avidità, l’ingiustizia che determinano i rapporti tra gli uomini nel mondo borghese (Sposarsi, Mariages, 1936; Delitti, Meurtres, 5 voll., 1939-41; La bellezza delle brutte, Beauté des laides, 1951).