(Pietroburgo 1817 - Brjansk 1875) scrittore russo. Di antica nobiltà, ricevette un’accurata educazione in armonia con le tradizioni letterarie della sua famiglia. Entrato nella diplomazia, partecipò alla guerra di Crimea. La sua eterogenea attività letteraria si svolse in vari campi: dalla poesia (in cui fu, per lo più, sostenitore dell’indirizzo dell’arte per l’arte, anche se non mancò, per il suo eclettismo d’impronta romantica, di cantare a varie riprese argomenti politici e sociali) al teatro (la trilogia La morte di Ivan il Terribile, Lo zar Fëdor Joannovic, Lo zar Boris, 1866-70) e alla prosa (Il principe Serebrjanyi, 1863). Contrario allo strapotere zarista, esaltò il periodo più antico della storia russa, il principato di Kijev e l’antica Novgorod, condannando invece l’insorgere dell’autocrazia, di cui denunciò in Ivan il Terribile il primo fautore. Un aspetto singolare e significativo della personalità e dell’opera di T. è costituito dalla creazione, insieme ai fratelli A.M. e B.M. Žemcužnikov, di un’immaginaria figura di poeta, Koz’ma Prutkov, al quale essi attribuirono poesie satiriche e versi nella tradizione del nonsense, tesi a stigmatizzare con vivido umorismo alcuni aspetti della cultura contemporanea.