Compositore. Allievo di Sangiorgi e Petrassi, seguì dal 1955 al '62 i corsi estivi di Darmstadt e incontrò nel 1956 Maderna, lavorando allo Studio di fonologia della rai di Milano (Lollage 2 e 3, 1962-67). In Episodi (1958) per orchestra, negli Ideogrammi n. 1 e 2 (1959) e in Triplum (1960) si riconoscono alcuni degli esiti più significativi degli anni in cui C. fece proprie le esperienze strutturaliste postweberniane; subito dopo, con i 3 Informels (1961-63), egli approdava alle prime definizioni della propria poetica «informale». Informale (termine preso a prestito dalla pittura) è la musica di C. perché annulla la possibilità di percepire singoli intervalli e definiti contorni, perché ogni elemento si confonde in un cangiante magma sonoro, basato sul continuo ruotare di contrappunti. Escludendo ogni articolazione e traccia discorsiva, la musica si pone quale oggetto spaziale, quale spazio-colore e materia sempre uguale e sempre diversa, come nel gigantesco contrappunto del Concerto per fiati e 2 pianoforti (1967) o di Variante A per coro e orchestra, a 144 parti reali sul testo della messa (1964). Questa poetica si è arricchita via via di diverse formulazioni, in una ricerca di estremo rigore, che è approdata anche al teatro musicale con Es (1980-81). Altri lavori: Concerto per piano e 7 strumenti (1970); Concerto per piano, 24 strumenti e carillons (1975); Sphinxs (1978) per trio d'archi; L'orologio di Arcevia per 13 esecutori (1979); Capriccio per viola e 24 strumenti (1980). Fra le composizioni successive si segnalano O du selige per orchestra (1985), Cantabile per 12 esecutori (1988), Romanza per pianoforte e orchestra (1991).