Orazio è stato un poeta romano considerato uno dei maggiori poeti dell'età antica, noto per aver vissuto secondo i dettami dell'ars vivendi.
Nasce nel 65 a.C. a Venosa, ai confini tra l'Apulia e la Lucania, colonia romana situata nell'attuale Basilicata. È figlio di un un liberto esattore di vendite all'asta che lo instrada all'educazione scolastica sotto l'insegnamento del grammatico Orbilio, a Roma, e poi ad Atene, (a circa vent'anni), dove studia greco e filosofia. Qui entra in contatto con la lezione epicurea ma vi aderisce molto più tardi.
Quando scoppia la guerra civile, essendo un entusiasta sostenitore della causa repubblicana, Orazio si arruola e si schiera con Bruto partecipando alla battaglia di Filippi (42 a. C.) contro Ottaviano e Antonio, rimanendo travolto dalla disfatta.
Dopo l'amnistia torna a Roma, ma nel frattempo scopre della morte del padre e della confisca delle loro terre. Inizia così a lavorare come segretario di un questore. Sono questi gli anni in cui inizia a scrivere versi e ad avere una certa fama. Si accosta alla filosofia epicurea; entra in contatto con Virgilio e Vario e viene introdotto da loro presso Mecenate, di cui diviene poco a poco intimo amico inserendosi nel suo circolo presso Napoli ed Ercolano. Inizia a dedicarsi completamente alla letteratura e si trasferisce in una villa in Sabina, regalatagli dall'amico Mecenate, in cui si dedica al modus vivendi predicato da Epicuro.
Muore nel novembre dell'8 a.C. all'età di 57 anni e viene sepolto sul colle Esquilino, accanto al suo amico Mecenate, morto solo due mesi prima.