(Gand 1870 - Parigi 1925) poeta francese. Di rara e preziosa cultura, si formò nell’ambito della scuola parnassiana, ma subì successivamente l’influsso simbolista. Esordì nel 1891 con la raccolta di versi Astarte (Astarté); pubblicò i racconti Leda (Léda, 1893), Arianna (Ariane, 1894) e Danae (Danaé, 1895) e una traduzione in francese delle Scene di vita delle cortigiane (1894) di Luciano. Le canzoni di Bilitide (Les chansons de Bilitis, 1894), che egli finse opera (da lui scoperta e tradotta) di una poetessa greca contemporanea di Saffo, si ispirano agli epigrammi dell’Antologia Palatina, alternando, in una raffinata prosa poetica, preziose descrizioni paesaggistiche a momenti erotici di sapore estetizzante. La vena, più alessandrina che classica, di L. si esprime anche nelle altre sue opere di narrativa: Afrodite (Aphrodite, 1896) e La donna e il fantoccio (La femme et le pantin, 1898) ripropongono in termini drammatici e spregiudicati il tema dell’amore sensuale caro ai decadenti. Negli ultimi anni della sua vita L. previlegiò lo studio del mondo antico.