Jorge Amado è stato uno scrittore brasiliano. L’impegno sociale e politico che ispira i primi romanzi ha il suo supporto in una vita di militante di sinistra che gli procurò più volte il carcere e l’esilio e infine l’elezione a deputato del partito comunista brasiliano.
Nel 1946 ottenne il premio Stalin per la letteratura.
Amado si affermò giovanissimo con Il paese del carnevale (O pais do carnaval, 1931), in cui già si delinea la sua fisionomia di narratore realista, incline a una sorta di populismo romantico, legato alla gente e ai problemi della sua terra bahiana; seguirono Cacao (Cacau, 1933), Sudore (Suor, 1934), Jubiabá (1935), Mar Morto (1936), Capitani della spiaggia (Capitaes da areia, 1937), Terre del finimondo (Terras do Sem-fim, 1943), la trilogia I sotterranei della libertà (Os subterrâneos da libertade, 1951-54).
In seguito, il colorito linguaggio folcloristico si temperò, grazie all’introduzione di strumenti espressivi della tradizione classica.
Con Gabriella, garofano e cannella (Gabriela, cravo e canela, 1958) Amado ha avviato una nuova fase di romanzi «non impegnati», di sorridente vena lirica, centrati su personaggi femminili: Donna Flor e i suoi due mariti (Dona Flor e seus dois maridos, 1966); La bottega dei miracoli (Tenda dos milagres, 1969); Teresa Batista stanca di guerra (Teresa Batista cansada da guerra, 1972); Vita e miracoli di Tieta d’Agreste (Tieta do Agreste, 1977); Alte uniformi e camicie da notte (Farda, fardão, camisola de dormir, 1979); Tocaia Grande (Tocaia Grande: a face obscura, 1984).
Ha pubblicato anche «appunti per un libro di memorie che non scriverò mai», Navigazione di cabotaggio (Navegaçao de cabotagem, 1992) cui è seguito Il miracolo degli uccelli(O milagre dos pánaros, 1997).