Scrittore americano.
Di famiglia austriaca (il padre era un professore di lingua tedesca all’Università di Yale, mentre la madre era una concertista classica), dopo aver completato gli studi universitari all’Haverford College e dopo essersi perfezionato alla Yale University (ottenne anche una seconda laurea alla Cambridge University), cominciò a viaggiare, trovando una patria d'elezione nell'Europa, che avrebbe frequentato assiduamente, fino ad andarci a vivere.
Dal 1932 al 1934 fu insegnante di inglese alla Yale University.
Durante la II Guerra Mondiale fu diplomatico presso la legazione americana in Portogallo e in Svezia, e dopo la guerra fu per qualche anno “visiting lecturer” all’Università di Roma.
Divenne un esperto di lepidotteri, perchè - assieme al gioco del tennis - le farfalle erano una sua grande passione.
Il successo letterario gli arrise con "Gli Asiatici" (The Asiatics), romanzo del 1935 che sarebbe stato tradotto in 17 lingue (in italiano nel 1937)
Ambientato in un Oriente e una Cina immaginari, il romanzo narra la storia parzialmente autobiografica di un giovane americano in viaggio da Beirut alla Cina.
A quel che resterà il suo più grande exploit seguono: "Sette in fuga" (Seven Who Fled) (1937), vincitore dell’Harper Prize e tradotto in italiano nel 1949; "Notte dei poveri" (Night of the Poor) (1939), incentrato sulle vicende avventurose di due vagabondi in America; "I cieli d’Europa" (The Skies of Europe) (1941), nel quale Adolf Hitler viene dipinto come un artista fallito. E ancora: "I cospiratori" (The Conspirators) (1943), che nel 1944 diventa un film per la regia di Jean Negulesco; "Il tempo del tuono" (The Age of Thunder) (1945), tradotto in Italia nel 1949 col titolo "Cinque notti a camminare"; "Gli idoli della caverna" (The Idols of the Cave) (1946, 1951 edizione italiana); "Tempesta ed eco" (Storm and Echo) (1948) e "Nove giorni a Mukalla" (Nine Days to Mukalla) (1953) che si inseriscono nel filone della narativa di viaggio. Opere tipiche della sua tarda produzione possono essere considerate "Ballata d’amore" (Ballad of Love) (1960); "Le sette sorelle" (The Seven Sisters) (1962); e soprattutto "Il manoscritto di Missolonghi" (The Missolonghi Manuscript) (1968), una biografia fantastica di Lord Byron.
Il successo di Prokosch è tutto attorno alla metà degli anni trenta, e scema rapidamente nel decennio successivo.
Il paradosso crudele, però, è che in parallelo a questo disinteresse da parte del pubblico, il consenso della critica comincia a incoronare Prokosch come un grande scrittore.
L'autore si ritira in una casa nei pressi di Grasse, in Francia, dove resterà fino alla sua morte.
Dopo un lungo periodo di silenzio, nel 1983, scrive il libro di memorie che è da molti considerato il suo capolavoro: "Voci" (Voices: A memoir).
Qui Prokosch racconta gli incontri fatti nel corso di una vita da scrittore con i grandi artisti del Novecento (Virginia Woolf, Gertrude Stein, James Joyce, T.S. Eliot, Ezra Pound, Thomas Mann, Vladimir Nabokov, Curzio Malaparte, Alberto Moravia, Ernest Hemingway...), dando vita a una vera e propria galleria nella quale si mescolano osservazioni letterarie con vividi, sapidissimi ritratti umani. Questa opera gli fa conoscere nuovamente il successo, e tanti suoi romanzi vengono rieditati in molti mercati editoriali del mondo.
Accanto all'attività letteraria propriamente detta, Prokosch è abile traduttore di poeti greci, francesi e tedeschi, oltre che poeta egli stesso.
Prokosch muore per un attacco cardiaco a Pian de Grass, nelle Alpi Marittime Francesi.