(Londra 1478-1535) letterato e filosofo inglese. Ebbe a Oxford una formazione umanistica; fu grande amico e collaboratore di Erasmo da Rotterdam (con il quale tradusse parte dei Dialoghi di Luciano) e di William Lyly (con il quale compilò un’antologia di poeti greci tradotti in lingua inglese). Avvocato di fama, entrò nel parlamento inglese nel 1504, conducendo con la sua raffinata eloquenza una battaglia contro la politica erariale di Enrico VII, volta a ottenere sempre maggiori vantaggi per la corte a danno del popolo. Caduto in disgrazia e costretto a vita privata, ritornò sulla scena politica con l’ascesa al trono di Enrico VIII, che lo ebbe in così grande considerazione da portarlo alla carica di lord cancelliere (1529). Rifiutatosi di rinnegare l’autorità del papa in materia religiosa e di approvare il divorzio di Enrico VIII da Caterina d’Aragona, fu incarcerato nella Torre di Londra e decapitato; nel 1935 fu canonizzato. Utopia (1516), scritta in latino, è l’opera più importante di M. e, con l’Encomium moriae di Erasmo, è una delle massime espressioni dell’umanesimo inglese. M. vi descrive la struttura politico-sociale della repubblica ideale: uno stato democratico, dove il sovrano può essere deposto se tende alla tirannide e dove è ammessa la tolleranza religiosa. La guerra, la pena di morte, la proprietà privata sono i mali peggiori, da evitare; l’obbligo del lavoro per tutti, la denuncia della corruzione e del vizio sono i principali doveri morali degli abitanti, per i quali la felicità consiste in una temperata gratificazione del corpo e nei piaceri della mente. Le note descrittive fornite da M. per collocare geograficamente la repubblica di Utopia concorsero a formare la letteratura di viaggi immaginari. Tra le altre opere: la Storia di Riccardo III (History of Richard III, 1514), che influenzò il Riccardo III di Shakespeare, e il noto Un dialogo fra Conforto e Tribolazione (A dialogue of Comfort against Tribulation, postumo, 1553), scritto nella Torre di Londra in attesa dell’esecuzione capitale.