(Marsiglia 1567 - Villefranche-sur-Mer, Nizza, 1625) scrittore francese. Nacque da una nobile famiglia franco-savoiarda. Educato nel collegio di Tournon, nel 1584 entrò nell’ordine di Malta, rimanendovi per pochi anni; rientrato nel Forez, si schierò con la lega cattolica. Sostenitore del duca di Nemours, alla sua morte (1595) passò al servizio del duca di Savoia, ritirandosi in Piemonte. Si riavvicinò poi alla corte di Enrico IV; suddito della Francia in conseguenza del trattato di Lione, visse fra Torino e Fontainebleu, svolgendo un ruolo importante di mediazione tra i due sovrani. Nel 1604 pubblicò il poema pastorale Sirena (Sireine), ispirato alla Diana di Montemayor, rivelando un forte interesse per la tradizione romanzesca italiana (Boccaccio, Tasso, Sannazaro) e spagnola (oltre a Montemayor, Montalvo e Cervantes). Successivamente dette alle stampe tre libri di Epistole morali (Epistres morales, 1598, 1603, 1608), che si collegano ai principi dello stoicismo e alle teorie platoniche dell’amore. Composta la Savoieide (Savoysiade), poema epico in onore dei Savoia (tuttora inedito), si dedicò fino alla morte a un monumentale romanzo in prosa e in versi, Astrea (Astrée), di cui pubblicò le prime tre parti nel 1607, 1610 e 1619; una quarta parte uscì nel 1624, una quinta nel 1625. La sesta e ultima parte, completata dal suo segretario B. Baro, uscì postuma nel 1627. Negli ultimi anni scrisse una tragicommedia pastorale, Sylvanire (postuma, 1627).Attorno alla storia centrale della pastorella Astrée e del pastore Céladon, Astrea narra molte altre vicende amorose di pastori e pastorelle, sullo sfondo di un mitico sec. V, idilliaco, bucolico, animato da sentimenti semplici e naturali: in questo tenerissimo paesaggio U. tradusse in realtà l’immagine della vita libera che ancora conducevano molte famiglie feudali, anticipando così le nostalgie della cultura «preziosa» (? preziosismo) per una perduta età dell’oro. La Francia della pace di Enrico IV si riconobbe infatti nel sogno dell’Astrea, ammirandone lo stile fluido e trasparente, oltre che l’elegante intreccio fra avventure cavalleresche e drammi d’amore. Il successo dell’opera fu enorme, soprattutto negli anni 1630-60, e rimase considerevole per tutto il secolo, esercitanto un largo influsso sulla narrativa galante e sul teatro pastorale.