Scrittore statunitense. Discendente da un'antica famiglia puritana, protagonista, nel Seicento della storia della nuova Inghilterra, poi decaduta. A quattro anni perse il padre, capitano della marina mercantile. Nell'isolamento in cui crebbe con la madre e la sorella Elizabeth acquisì precocemente il piacere della lettura e la sensibilità all'arcano passato. Studia al Bowdoin College di Brunswick, dove strinse amicizia con Longfellow, futuro poeta, e Franklin Pierce, futuro presidente degli Stati Uniti. Il suo primo romanzo, Funshawe (1828) non ebbe alcun successo e l'autore diede alle fiamme le copie invendute. Solo i Racconti narrati due volte gli diedero una prima notorietà. Nel 1842, sposatosi, si trasferì a Concord, non lontano da Emerson e Thoureau, che frequentò nonostante il distacco del suo temperamento solitario e l'incompatibilità ideologica. Di quel tempo intenso e sereno sono i Muschi di un vecchio presbiterio (1846), che evocano la casa in cui vissero i giovani Hawthorne. Nel 1848 La lettera scarlatta, il suo capolavoro gli diede la fama. Stabilitosi a Lenox, vi incontrò Malville. Tra le opere di quegli anni intensamente creativi: La casa dei sette abbaini (1851), Il libro delle meraviglie (1851), Il romanzo di Valgioiosa (1852). Nel 1852 pubblicò la biografia ufficiale di Pierce, candidato democratico alla presidenza che, non appena eletto, gli offrì il consolato americano a Liverpool. Concluso il mandato, prolungò il soggiorno europeo di altri due anni che trascorse in Italia dove ambientò Il fauno di marmo (1860), l'ultimo suo romanzo pubblicato.
Tornato negli Stati Uniti, le nuove realtà del movimento abolizionista e della guerra civile e le sciagure familiari turbarono profondamente il suo delicato equilibrio; continuò a rielaborare i materiali di romanzi che, rimasti incompiuti, vennero pubblicati postumi. La sua morte misteriosa coincise con l'estinguersi della sua energia creativa.
Da: "Enciclopedia di Letteratura", Garzanti, 2003