(Saint-Amand, Anversa, 1855 - Rouen 1916) poeta belga di lingua francese. Laureatosi in giurisprudenza all’università di Lovanio, nel 1883 pubblicò Le fiamminghe (Les flamandes), una raccolta di liriche ispirate al gusto parnassiano che costituì un avvenimento importante per la poesia belga, negli anni di transizione dal realismo tradizionale al simbolismo. Accolto con entusiasmo da F. Coppée, J.-K. Huysmans e V. Hugo, entrò a far parte dell’avanguardia culturale parigina. Dopo una seconda raccolta di versi, I monaci (Les moines, 1886), percorsa da forti tensioni religiose, attraversò un lungo periodo di crisi spirituale: la sua produzione di questi anni - Le sere (Les soires, 1886), Le sconfitte (Les débâcles, 1888), Le fiaccole nere (Les flambeaux noirs, 1891) - appare segnata da toni di cupa disperazione e da una sensibilità morbosa, e da acute inquietudini stilistiche. In seguito, affascinato e insieme impaurito dallo sviluppo inarrestabile della civiltà industriale, V. compose varie raccolte poetiche di impegno sociale, ormai lontane dai moduli parnassiani e invece profondamente interne alla tematica simbolista: Le campagne allucinate (Les campagnes hallucinées, 1893), I villaggi illusori (Les villages illusoires, 1895), Le città tentacolari (Les villes tentaculaires, 1896), Le forze tumultuose (Les forces tumultueuses, 1902), Il molteplice splendore (La multiple splendeur, 1906). A questo genere di poesia affiancò una produzione lirica di tono più intimo, teneramente dedicata ai silenzi del paesaggio fiammingo e ai ricordi familiari: Tutta la Fiandra (Toute la Flandre, 1904-11), Le ore (Les heures, 1896-1911). Rinnovò la sua vena civile allo scoppio della guerra mondiale, cantando le lotte del proprio paese colpito dall’invasione tedesca: Il Belgio sanguinante (La Belgique sanglante, 1915), Le ali rosse della guerra (Les ailes rouges de la guerre, 1916), Le fiamme alte (Les flammes hautes, postumo, 1917). Morì tragicamente, travolto da un treno alla stazione di Rouen, al termine di una manifestazione patriottica. Definito dai contemporanei «poeta dell’energia», sensibile alle inquietudini di un mondo in rapida trasformazione, V. esercitò una grande influenza sulla poesia europea contemporanea, sui simbolisti russi, sui futuristi, su G. D’Annunzio.