(Greenwich, Londra, 1875 - Hollywood 1932) scrittore inglese. Figlio illegittimo di attori, venne adottato da un pescivendolo, G. Freeman. Lasciata la scuola a dodici anni, dopo aver esercitato disparati mestieri, esordì come romanziere nel 1905 con il poliziesco I quattro giusti (The four just men), che ottenne un successo strepitoso; in pochi anni W. divenne uno dei re della letteratura di evasione. Guadagnò somme enormi, che sperperò puntigliosamente. Quando morì aveva appena terminato la stesura del soggetto di un film destinato a rimanere famoso: King Kong.Fino a oggi solo Simenon fa concorrenza al «fenomeno Wallace», per quanto riguarda l’abbondanza della produzione letteraria: circa 175 romanzi, e 15 drammi, senza contare articoli, reportages, conferenze. Il semplice schema di base dei suoi romanzi (derivante da quello dei feuilletons) è arricchito da un fitto intreccio di trame secondarie, con un effetto che è stato paragonato a quello del racconto favoloso. Tra le opere si ricordano la serie dei «Quattro giusti», dove creò la figura del «giustiziere»; il ciclo di Mr. Reeder, iniziato nel 1925, dove il detective è una convincente figura di impiegato londinese; Il cerchio rosso (The crimson circle, 1922); e uno dei capolavori nel genere della «camera chiusa», L’enigma dello spillo (The clue of the new pin, 1923).