(Detmold 1801-36) drammaturgo tedesco. Un’esistenza sregolata, secondo il byronismo di moda, lo condusse precocemente all’alcolismo. La sua personalità si riflette in quella dei protagonisti dei suoi drammi, eroi condannati all’isolamento dalla loro stessa genialità: Don Giovanni e Faust (Don Juan und Faust, 1829), Federico Barbarossa (Kaiser Friedrich Barbarossa, 1829), Napoleone o I cento giorni (Napoleon oder Die hundert Tage, 1831), Annibale (Hannibal, 1835), La battaglia di Arminio (Die Hermannsschlacht, postuma, 1838). Un pessimismo di fondo portò tuttavia G. a mettere in risalto i risvolti più vulnerabili dei suoi eroi, votati tutti al fallimento. Sul piano della tecnica teatrale, i testi di G. hanno, come quelli di Büchner, una grande portata innovativa per il fitto susseguirsi delle scene e per la sapiente dinamica degli effetti corali; essi anticipano alcuni elementi tipici del teatro di G. Hauptmann e dell’espressionismo.