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Anno edizione: 2015
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“Girotondo” – un piccolo capolavoro che fu colpito, all’epoca della sua prima rappresentazione, da un procedimento giudiziario per ‘pornografia’ – è commedia resa attuale dal ‘tono’ drammaturgico di Schnitzler, dal suo disincanto spinto ai limiti del virtuosismo, dall’ironia che sconfina nell’amarezza, e che disvela la fallacia delle norme morali dominanti nella società viennese del tempo, di cui “Girotondo” è una cartina di tornasole. Su questo sfondo Arthur Schnitzler scatena il balletto di un amore visto nella sua dimensione più effimera e sensualmente epidermica: non l’amore della commedia ‘alla francese’, spiritualizzante grazia e spirito, talvolta osé ma sempre nei limiti del buon gusto; al contrario l’amore scrutato con un vivo senso critico nei confronti dell’esistenza ‘sicura’ e ‘borghese’ dei propri contemporanei e interpretato con la consapevolezza d’una fine imminente, di una dissoluzione a cui i personaggi e i valori che essi rappresentano non potranno sottrarsi.
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Il libro presenta al lettore uno specchio della Vienna di fine secolo nascosto e profondo che, letto in maniera critica e morale, mette in luce aspetti celati e sottaciuti della società del tempo. L'opera tocca temi scottanti e anche amorali per il tempo e, tuttavia, molto attuali. Girotondo rappresenta quello che è l'ipocrisia umana che si cela sotto la maschera del perbenismo. Consigliato a chi ama immergersi nella sociologia di fine secolo; da leggere con opportuna critica letteraria prima di accostarvisi
L’opera è in realtà un testo teatrale costituito da dieci scene e dieci personaggi – cinque donne e cinque uomini – che si intrattengono in salottini privati o camere da letto per un atto sessuale del tutto privo di emotività e amore. Il titolo iniziale era Liebes Reigen, ma siccome l’amore manca totalmente dall’opera, sia nella forma che negli incontri, Schnitzler tolse l’aggettivo amoroso. L’obiettivo dello scrittore/medico era fare una critica all’impossibilità umana di comunicare e alla superficialità che dilagava nel periodo e ciò viene richiamato, appunto, nelle parole vuote, prive di significato e finte. Ogni personaggio ha rapporti con due persone: nella prima scena abbiamo il soldato e la prostituta, nella seconda il soldato e la cameriera, nella terza la cameriera e il giovanotto e così via. Attraverso le due scene che gli sono riservate constatiamo che vengono ripresi gli stessi gesti, le stesse finzioni e a volte le stesse bugie e ciò sta a sottolineare – oltre la già citata superficialità – l’impossibilità di avere un rapporto serio, puro, l’impossibilità di toccare l’individualità e l’interscambiabilità dei personaggi; non conta chi, ma l’atto in sé. Il linguaggio e l’ambiente si fanno più sofisticati man mano che le scene proseguono, per adeguarsi agli status sociali dei protagonisti che si alzano, ma l’atto erotico rimane identico, la comunicazione assente, questo perché il sesso è uguale per tutti, uomini e donne, vecchi e giovani. Il girotondo si conclude nell’ultima scena nella quale incontriamo il conte e la prostituta, si ritorna quindi all’inizio. Sebbene lo abbia letto due volte nel giro di due settimane, il libro non è riuscito a soddisfarmi. Durante la lettura mi sono annoiata e sinceramente mi aspettavo qualcosa in più, forse perché me ne avevano anche parlato come qualcosa di straordinario. Ovviamente non ne nego l’originalità, l’importanza critica e morale, ma dell’autore decisamente ho preferito il breve “Sottotenente Gustl”. Forse se lo vedessi rappresentato a teatro potrebbe emozionarmi di più.
Girotondo è una piccola gemma di teatro. Scritto nel 1897, è opera dell’austriaco Arthur Schnitzler.Venne rappresentato per la prima volta nel 1920 a Berlino, dopo esser stato proibito dalla censura tedesca e per di più prima di subire un processo per pornografia. Nel 1950 il regista tedesco Max Ophüls lo adatta per il film La Ronde (Il piacere e l’amore). La pièce è composta da dieci scene, ognuna con due personaggi: un uomo e una donna, che provengono da diversi contesti sociali ed ogni volta ripropongono un dialogo amoroso che termina in un incontro sessuale.
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