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Il gesto di Caino, il sangue di Abele, la punizione di Dio. Prima dell'amore per il prossimo, lo scandalo dell'odio fratricida interroga la vita umana.
«Il gesto di Caino è senza pietà: uccide il fratello spargendo il suo sangue sulla terra. Non lascia speranza, non consente il dialogo, non ritarda la violenza efferata dell'odio. È da questo gesto che la storia dell'uomo ha inizio. Sappiamo che l'amore per il prossimo è l'ultima parola e la piú fondamentale a cui approda il logos biblico. Ma non è stata la sua prima parola. Essa viene dopo il gesto di Caino. Potremmo pensare che l'amore per il prossimo sia una risposta a questo gesto tremendo? Potremmo pensare che l'amore per il prossimo si possa raggiungere solo passando necessariamente attraverso il gesto distruttivo di Caino? Quello che è certo è che nella narrazione biblica l'amore per il prossimo viene dopo l'esperienza originaria dell'odio».
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Recalcati rilegge il gesto fratricida di Caino in chiave psicanalitica. L’interpretazione che ne scaturisce è interessante: Caino è preso da un odio invidioso, per non essere più l’unico figlio di Eva e perché Dio gli ha preferito i doni di Abele. Caino vede nel fratello “l’immagine ideale di sé che egli vorrebbe essere ma non può essere”; colpendo Abele egli colpisce l’ideale irraggiungibile di se stesso. Ma l’epilogo non è distruttivo: Caino assume la conseguenza del proprio atto e la sua vita ha un seguito, diventa “eticamente generativa”. Perché “non solo dal bene nasce il bene, ma anche dal male può nascere il bene”.
Caino uccide il fratello senza pieta e il racconto dell'omicidio ci e' offerto dal testo biblico che lo presenta in modo, si potrebbe dire, implacabile e disincantato. Il testo di Recalcati sottolinea come "la violenza di Caino non parla"; gesto che per alcuni versi e' simile al gesto dell'Edipo di Sofocle che passa dalla tormentata assunzione della propria colpa, alla maledizione di Dio; dall'erranza e dalla fatica del lavoro sino alla costruzione della prima citta umana e della propria paternita . Allora, come evidenzia l'Autore, il nostro compito e' dunque lo stesso che ha atteso Caino all'indomani del suo gesto disperato e spietato: tradurre la violenza senza Legge dell'odio in un nuovo legame possibile con l'Altro.
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