"Propr. Thomas J. S., regista e sceneggiatore statunitense. Considerato uno degli esponenti di punta del cinema indipendente contemporaneo, è autore eclettico, completo e personale, animato da una viva sensibilità politica e sociale, ma anche capace di intervenire sui generi classici del cinema hollywoodiano e di rinnovarli in modo ora provocatorio ora sperimentale. Dopo aver lavorato come sceneggiatore di B-movies per la factory di R. Corman, firmando tra l'altro Piranha (1978) di J. Dante e I magnifici sette nello spazio (1979) di J.T. Murakami, esordisce alla regia nel 1980 con Return of the Secaucus Seven, che anticipa le atmosfere di Il grande freddo (1983) di L. Kasdan e ottiene una nomination all'Oscar per la sceneggiatura. I suoi film successivi proiettano uno sguardo «altro» sull'America degli anni '80 e del reaganismo trionfante: Lianna - Un amore diverso (1983) offre un acido spaccato della classe media americana raccontando con stile dimesso e antispettacolare la tormentata vicenda di una donna, sposata e con prole, che si innamora della sua insegnante di psicologia; nello stesso anno Promesse, promesse ambienta nel New Jersey degli anni '60 una love story interclassista e interetnica fra una ragazza di origine ebraica e un ambizioso coetaneo cattolico italoamericano, mentre il successivo Fratello di un altro pianeta (1984) offre un inconsueto e intelligente esempio di fantascienza liberal attraverso l'esilarante vicenda di un extraterrestre nero e muto che si rifugia ad Harlem per sfuggire a due bounty killer bianchi che gli danno la caccia. Con Matewan (1987), uno dei suoi film più ambiziosi anche sul piano produttivo, rievoca uno sciopero di minatori nella Virginia degli anni '20, offrendo una smagliante ricostruzione storica in cui l'analisi psicologica dei personaggi non rinuncia all'indagine sociologica e al rigore antropologico. Dopo aver affrontato un caso di corruzione che travolse la famosa squadra di baseball dei Chicago White Sox nel 1919 (Otto uomini fuori, 1988) e una storia di corruzione politica che investe un'intera cittadina del New Jersey (City of Hope, 1991), torna a toni più intimisti (e ottiene un'altra nomination all'Oscar per la sceneggiatura) con Amori e amicizie (1992), una sorta di soap-opera «per adulti pensanti» sull'incontro fra due donne (un'attrice paralizzata da un'incidente e una governante nera) diversamente provate dall'esistenza, mentre con il successivo Il segreto dell'isola di Roan (1994) tenta la strada inconsueta della fiaba celtica con implicazioni ecologiche e morali. Nel 1996 Lone Star - Stella solitaria (nuova nomination all'Oscar) si ispira liberamente a L'uomo che uccise Liberty Valance (1962) di J. Ford per raccontare la difficile inchiesta di uno sceriffo di frontiera che in una comunità cosmopolita al confine tra Texas e Messico scopre scomode verità sul conto di suo padre. Due anni dopo Angeli armati (1998) orchestra una tragedia centroamericana fra desaparecidos, guerriglieri e disastri operati dall'imperialismo yankee, mentre Limbo (1999), ambientato in Alaska, mette in scena con grande raffinatezza figurativa il dramma di tre personaggi (una cantante, sua figlia e un pescatore taciturno) durante una gita in barca. Nel 2002 gira La costa del sole, amaro e malinconico ritratto degli abitanti di due comunità confinanti costretti a vendere le loro terre a una compagnia che vuole «disneyficare» l'area trasformandola in un parco a tema. I lavori successivi (Casa de los babys, La casa dei bambini, 2003, presentato a Venezia nella sezione Controcorrente; Silver City, Città d'argento, 2004, e Honeydripper, 2007) non trovano purtroppo distribuzione in Italia. Spesso anche montatore dei suoi film, legato a un grande direttore della fotografia come H. Wexler, S. mescola in ogni sua opera la satira sociale, l'afflato civile e l'elegia dei perdenti, non disdegnando la sperimentazione linguistica (si veda l'uso inconsueto del flashback in Lone Star) e il confronto con i generi, ma puntando sempre a rendere sullo schermo l'autenticità e la drammaticità della vita. (gc) "