Nome d'arte di V. Pieralisi, attrice italiana. Bellezza solare, dal volto angelico, gli occhi color del cielo e il sorriso incantevole (non a caso un suo celebre Carosello anni '50 si conclude invariabilmente con la battuta «Con quella bocca può dire ciò che vuole»), esordisce, adolescente, con E Napoli canta (1953) di A. Grottini, intraprendendo una lunga carriera di attrice, anche televisiva e di teatro. Negli anni '50 e '60 partecipa a pellicole molto diverse tra loro, offrendosi soprattutto come presenza decorativa (dal peplum Romolo e Remo, 1961, di S. Corbucci, alle commedie all'italiana, come Signore e signori, 1965, di P. Germi e Le dolci signore, 1967, di L. Zampa), senza trascurare la possibilità di un lancio internazionale (con registi anche prestigiosi, dal J. Losey di Eva, 1963, al R. Quine di Come uccidere vostra moglie, 1965). Nella maturità rivela una notevole sensibilità d'attrice, con figure femminili sfiorite e umiliate dalla vita (La cicala, 1980, A. Lattuada), quando non, complice un volto congelato in algida maschera, mostruose virago (la ripugnante Caterina de' Medici in La regina Margot, 1994, di P. Chéreau, premio per la miglior interpretazione femminile al Festival di Cannes). Dagli anni '80, al cinema e in tv, interpreta molti ruoli materni, sia in commediole nostalgiche (Sapore di mare, 1983, C. Vanzina) sia in drammi sentimentali (Va' dove ti porta il cuore, 1996, C. Comencini) o in agrodolci cronache dell'odierna confusione sentimentale (Il più bel giorno della mia vita, 2002, C. Comencini).