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Racconti colmi di incanti sommessi, in un libro che è un inventario dei temi piú cari di Cesare Pavese: il mito innocente e selvaggio che si svela nella campagna, la solitudine metropolitana, l'io fanciullo e la memoria dell'infanzia, le contraddizioni che rimandano ai valori archetipi dell'esistere.
Tre sono le parti di cui si compone Feria d'agosto: Il mare, dove le memorie infantili diventano tramite di conoscenza; La città, dove una giovinezza piú adulta tenta di perpetrare il gioco delle scoperte fanciullesche; e La vigna, dove il divario fra uomo e ragazzo si fa dramma nel ricordo di un'età assoluta. La lingua, come ha scritto Italo Calvino, è «trasparente, morbida, guardinga» e i personaggi sono «ricavati da una materia affettiva ancora calda; immagini piú rare ma legate a una verticalità di memoria tali da darci un brivido». Racconti come La giacchetta di cuoio o Le case sono tra le prove piú significative e complete della narrativa di Pavese.
Con la cronologia della vita e delle opere; l'antologia della critica.
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