(Roma 1607-67) storico e letterato italiano. Di nobile famiglia parmense, gesuita, cardinale dal 1659, nel 1652 fu incaricato dalla curia di scrivere una Istoria del Concilio di Trento, che doveva rispondere, a distanza di trenta anni, alla Istoria anticuriale, assai diffusa negli ambienti protestanti, di P. Sarpi. L’opera, pubblicata nel 1656-57, è una giustificazione della politica temporale della chiesa e si giova di documenti che erano rimasti sconosciuti a Sarpi; fu molto apprezzata dai puristi per il suo stile. Fra gli scritti più propriamente letterari di P. si ricordano il poema in ottave sui Fasti cristiani (1636), la tragedia Ermenegildo (1644) e i trattati d’ispirazione barocco-moderata: Del bene (1644), in cui la poesia è ricondotta a facoltà psicologiche, sottolineando la funzione delle immagini e delle metafore; Considerazioni sopra l’arte dello stile e del dialogo (1646), ripreso e ampliato nel Trattato dell’arte e dello stile del dialogo (1662).