Marco Aime è attualmente ricercatore di Antropologia Culturale presso l’Università di Genova. Ha condotto ricerche in Benin, Burkina Faso e Mali, oltre che sulle Alpi.Oltre a numerosi articoli scientifici, ha pubblicato vari testi antropologici sui paesi visitati: Chalancho, ome, masche, sabaque. Credenze e civiltà provenzale in valle Grana (Centre de Minouranço Prouvençal, Coumboscuro, 1992); Il mercato e la collina. Il sistema politico dei Tangba (Taneka) del Benin settentrionale. Passato e presente (Il Segnalibro, 1997); Le radici nella sabbia (EDT, 1999); Diario dogon (Bollati Boringhieri, 2000); Sapersi muovere. Pastori transumanti di Roaschia in collaborazione con S. Allovio e P.P. Viazzo (Meltemi, 2001); La casa di nessuno. Mercati in Africa occidentale (Bollati Boringhieri, 2002); Eccessi di culture (Einaudi, 2001); L'incontro mancato (Bollati Boringhieri, 2005); Gli specchi di Gulliver (Bollati Boringhieri, 2006); Il primo libro di antropologia (Einaudi, 2008); La macchia della razza (Ponte alle Grazie, 2009); Una bella differenza (Einaudi, 2009). È autore anche di alcune opere di narrativa: Taxi brousse (1997), Fiabe nei barattoli. Nuovi stili di vita spiegati ai bambini (1999), Le nuvole dell’Atakora (2002), Sensi di viaggio (2005), Gli stranieri portano fortuna (2007), Il lato selvatico del tempo (2008). Fra gli altri suoi titoli si ricordano: Gli uccelli della solitudine (2010), L'altro e l'altrove (2012), Tra i castagni dell'Appennino (2014), Je so' pazzo. Pop e dialetto nella canzone d'autore italiana da Jannacci a Pino Daniele (2014), La fatica di diventare grandi (2014), Senza sponda. Perché l'Italia non è più una terra d'accoglienza (2015), Invecchiano solo gli altri (Einaudi, 2017).