(Hancavelica 1928 - Madrid 1983) poeta, narratore e saggista peruviano. Dopo aver sperimentato il giornalismo esordì come poeta con la raccolta Imprecazioni (Las imprecaciones, 1955), seguita da Addii (Los adioses, 1960) e da Disinganni del mago (Desengaños del mago, 1969, nt). Costretto a lasciare il Perú durante il regime di Odría, scelse come terre del suo esilio l’Europa e il Messico. Nei primi cinque romanzi - Rulli di tamburo per Rancas (Redobles por Rancas, 1970), Storia di Garabombo l’invisibile (Garabombo, el invisible, 1977), Cantare di Agapito Robles (Cantare de Agápito Robles, 1977) e La vampata (1980), che formano un ciclo sul mondo andino - verità e magia si fondono armoniosamente e offrono un’efficace ricostruzione della realtà peruviana, dominata dal conflitto tra il mondo bianco e il mondo indio con le sue secolari rivendicazioni. Nel 1978 S. tornò in Perú, dove svolse attività politica in una formazione di sinistra. Nel 1984 perì in un incidente aereo. Oltre alle opere già citate sono da ricordare le poesie di Valzer dei rettili (Vals de los réptiles, 1970) e La danza immobile (La danza inmóvil, 1983), una sorta di romanzo autobiografico sui temi dell’amore e della rivoluzione, che riprende, metaforicamente, i conflitti e le problematiche dei libri precedenti. La narrativa di S., che attinge accesi toni epici, mette a fuoco la trasformazione e la progressiva presa di coscienza del singolo personaggio rispetto alla collettività india, operando così un cambiamento radicale nella letteratura indigenista (? indigenismo).