Drago Jancar è uno scrittore sloveno. Incarcerato durante il regime iugoslavo per la sua attività di editore e giornalista, ha vissuto negli Stati Uniti e in Germania per poi rientrare in Slovenia e contribuire all’indipendenza del suo paese. L’impegno intellettuale e civile e la condanna d’ogni forma di totalitarismo danno una forte impronta alla sua opera, attenta ai cambiamenti e venata di ironia. Le novelle e i racconti (Il galeotto, 1978, nt.; Aurora boreale, 1984; Lo sguardo dell’angelo, 1992, nt; Katarina, il pavone e il gesuita, 2000, nt; L’allievo di Joyce, 2006; Il ronzio, 2007) come le sue opere teatrali (Il dissidente Arnož e i suoi, 1982, nt; Un grande valzer brillante, 1985, nt) e i saggi (Terra incognita, 1989, nt; Breve cronaca da una città sotto un lungo assedio, 1996 nt; Brioni, 1998, nt) descrivono l’ansia dell’individuo contemporaneo schiacciato tra violenza del potere, realtà caotica e solitudine.