Antonia Susan Byatt è stata una scrittrice e critica letteraria britannica. Nata nel Soth Yorkshire, è figlia di un giudice di corte e romanziere e di un'insegnante di scuola superiore (si chiama Antonia Susan Drabble). Ha studiato presso la Mount School di York e poi al Newnham College di Cambridge, al Bryn Mawr College in Pennsylvania e al Somerville College a Oxford.
Nel 1959 si è sposato con l'economista Ian Byatt, da cui in seguito divorzierà 10 anni dopo per sposare John Duffy. Ha insegnato dal 1962 al 1971 presso l'Extra-Mural Department of London University e presso la Central School of Art and Design. Dal 1972 ha insegnato a tempo pieno letteratura inglese e americana presso la Central School of Art and Design e presso l'University College di Londra. Nel 1983 ha lasciato tutto per dedicarsi alla scrittura.
La sorella minore della Byatt, Margaret Drabble, è anch'essa scrittrice di successo e una certa competizione ha sempre caratterizzato il rapporto tra le due.
Nel 1978 si fece notare con il romanzo storico La vergine nel giardino (The virgin in the garden), primo volume di una grande tetralogia. Nel 1985 esce Natura morta (Still life), poi seguono La torre di Babele (Babel tower, 1996) e Una donna che fischia (A whistling woman, 2002). Ma il libro che ha decretato il suo successo è Possessione (Possession: a romance, 1990, Booker Prize), romanzo d’ambiente universitario, colto e raffinato, ispirato al mondo della poesia vittoriana, come il successivo Angeli e insetti (Angels and insects, 1992). D’ispirazione gotica è invece La Cosa nella foresta e altri racconti (Little black book of stories, 2003).
In Italia è stata pubblicata principalmente da Einaudi. Il suo ultimo libro pubblicato in Italia è Il libro dei bambini (Einaudi, 2010).
Ha ricevuto molti riconoscimenti e premi. Importante è anche la sua attività di saggista e critica letteraria.
Antonia Susan Byatt si è spenta nel 2023 all'età di 87 anni. Così l'ha ricordata Anna Nadotti, sua traduttrice italiana: «Aveva un talento tutto suo nell’ascoltare e nel guardare, A. S. Byatt, e un miracoloso talento per le domande, forse perché conosceva i labirinti delle risposte. Se n’è andata, ma i suoi libri restano. Sarei più triste se non avessi questa certezza, e poiché sono tradotti in 38 lingue, tante almeno quanti sono i colori delle foglie in questa stagione, posso immaginare una torre di babele su cui arrampicarsi con fiducia, la sua stessa fiducia nella lingua, nella letteratura e nella poesia.»