(Le Havre 1607 - Parigi 1701) scrittrice francese. Intorno al 1650 aprì a Parigi un salotto letterario che divenne in breve il tempio incontestato del preziosismo. Oltre a numerose opere minori, scrisse alcuni romanzi, probabilmente in collaborazione con il fratello Georges: Ibrahim (1641); Ciro il Grande (Le grand Cyrus, 1649-53), dedicato alle avventure di Ciro, re dei persiani, che insegue l’amata figlia del re dei medi attraverso mille difficoltà, duelli e battaglie; La Clelia (La Clélie, 1654-60), imperniato sulla storia di Clelia, fanciulla romana data in ostaggio a Porsenna, del cui figlio diviene avventurosamente l’amante. Questi romanzi, soprattutto il secondo, ottennero il più grande successo librario del secolo, nonostante il loro stile artificioso, impersonale e monotono. Segreto di tale successo fu, in primo luogo, il motivo dell’amore galante, rappresentato nei suoi segreti e minuti particolari secondo i gusti del tempo; poi la presenza tangibile e al tempo stesso idealizzata della società seicentesca, in una visione nella quale i motivi del dominante preziosismo appaiono filtrati attraverso la saggezza dell’esperienza.