(Vienna 1924) scrittrice austriaca. Ha esordito con le prose brevi di Sciocchezze, un libro confuso (Larifari. Ein konfuses Buch, 1956, nt), cui sono seguiti poesie, racconti e romanzi, libri per l’infanzia, drammi per la radio e il teatro. Alla figura del poeta E. Jandl, cui è stata legata fino alla sua morte, ha dedicato Requiem per Ernst Jadl (Requiem für Ernst Jandl, 2001, nt). Instancabile sperimentatrice di un linguaggio «liberatorio», nella raccolta di liriche dal curioso titolo Mein Arbeitstirol (2003, nt; letteralmente Il mio Tirolo del lavoro), ospita in un trasognato gioco della mente Beckett e Hölderlin, il dadaismo, il surrealismo, le arti visive e tanti personaggi contemporanei. Autrice di stampo metropolitano, non ha timore dell’intimità con il mondo interiore, come traspare da bruto e il singhiozzo dei giardini (brütt oder Die seufzenden Gärten, 1998, nt), un testo in prosa che trasmette, in una gara tra la decadenza del corpo e la vitalità della mente, le vibrazioni esuberanti di una vita in pericolo.