(Scarborough, Yorkshire, 1887 - Londra 1964) scrittrice inglese. Di famiglia aristocratica, reagì sin dai primi scritti all’estetismo ed egotismo dell’ambiente mondano. Segno distintivo della S. è, già nelle iniziali raccolte poetiche (Facciata, Façade, 1922; La bella addormentata, The sleeping beauty, 1924), una ricerca di natura formale riconducibile a Rimbaud e ai simbolisti. Ma nella raccolta Costumi della Costa d’Oro (Gold Coast customs, 1929) si trova, accanto a originali effetti ritmici, anche la denuncia commossa di tutto ciò che offende il senso dell’umano. La sensibilità alla magia delle parole perdura anche nelle poesie successive, scritte durante la guerra: Canti della strada (Street songs, 1942), Canto verde (Green song, 1944), Canto del freddo (Song of the cold, 1945). In esse, come in altre liriche più tarde (Astronomi e giardinieri, Gardeners and astronomers, 1953; I proscritti, The outcasts, 1962), si osserva un graduale prevalere del simbolismo religioso. Notevoli anche le sue opere in prosa, come i saggi su A. Pope e su Shakespeare, il romanzo Sotto il sole nero (I live under a black sun, 1937) e l’Autobiografia (Autobiography, postuma, 1965).