The Indipendent ha attribuito a Dénes Várjon uno dei doni più preziosi: poter proporre qualcosa di familiare facendolo sembrare nuovo. Questa capacità del pianista ungherese si mostra nell'esplorazione di Fantasiestücke di Schumann, Gaspard de la nuit di Ravel e Im Freien di Bartók - un viaggio illuminante attraverso tre mondi di immaginazione poetica. Come scrive Jürg Stenzl nelle note di copertina, ”tutte e tre le opere sono audaci incursioni in linguaggi fondamentalmente nuovi, che hanno superato di molto i limiti del loro tempo. Richiedono pianisti per i quali il virtuosismo trascendentale è una seconda natura”. L’incisione dei Fantasiestücke op. 12 segue il lavoro compiuto insieme a Carolin Widmann sulle Sonate per violino di Schumann - una registrazione inondata di premi e lodi (ECM 2047) – oltre il contribuito a Romancendres di Heinz Holliger (ECM 2055), una meditazione creativa sulle romanze andate perdute di Schumann. Várjon si eleva elegantemente alle sfide di Gaspard de la nuit di Maurice Ravel, un brano composto nel 1908 che trae ispirazione dalla raccolta di versi del poeta proto-simbolista Aloysius Bertrand; brano notoriamente impegnativo in particolare nel terzo movimento, "Scarbo", destinato a ritrarre le maliziose scorribande notturne di un folletto, in un contesto che il compositore ha descritto come "una caricatura del romanticismo". L'album si conclude con Bartók, un compositore che per Dénes Várjon rappresenta l'importanza del radicamento nella tradizione popolare ungherese. Im Freien, scritto nel 1926, evoca suoni della natura, strumenti e canti popolari, in un quadro di nuove sonorità che enfatizzano in particolare l’aspetto percussivo del pianoforte.
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