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Anno edizione: 2022
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«Intuizioni, imposture, sgambetti, convulsioni, risentimenti, nostalgie di prodigi, illuminazioni assetate d'ombra» – Tiziano Scarpa
Poeta, scrittore, polemista profondamente antimoderno, apocalittico, anarchico-reazionario, quasi sempre paradossale nelle forme e nei contenuti, Ceronetti ha adottato di volta in volta svariati mezzi espressivi, non solo verbali (si pensi ai suoi disegni, ai collage, alle performance teatrali). Questi Deliri, pubblicati originariamente nel 1993, sono fondamentalmente racconti satirici, grotteschi e surreali. Ma piú che lo sviluppo narrativo, a Ceronetti interessa il nucleo enigmatico, simbolico, forse profetico delle situazioni che «mette in scena». E qui, piú che in altri libri, le geniali invenzioni linguistiche della sua prosa si colorano di comicità. Ne risulta un concentrato della scrittura ceronettiana e, nello stesso tempo, una delle sue opere piú divertenti.
"Nell'Occhiale malinconico, Ceronetti si rammarica di scrivere «in una lingua europea ex magnifica, sfigurata e sopraffatta da scorie verbali tossiche, non piú creativa nel popolo». Nei Pensieri del Tè ne denuncia la fiacchezza sonora: «Il latino ha meno suono del greco ma piú dell'italiano (piú contenuto sacrale), l'italiano del Trecento piú di quello attuale (infinitamente piú)». Il suo dissenso dalla lingua di oggi lo esprime in vari interventi (indimenticabile, fra i tanti, quello contro l'abuso del verbo «gestire» nella Musa ulcerosa), evitando i sintagmi-cliché e i luoghi comuni, ma anche utilizzando parole desuete o improbabili, neologismi e applicazioni morfematiche possibili ma non esistenti. (In questo slancio, devo dire, sento una forte affinità con lui). [...] Nei Deliri Disarmati: «sfacibile sfacitore», «elettuari per monache», «Cagòdromo», «lercia e slampadata», «una palpebrata segreta», «un sergozzone», «resti di laniato», «prepuziare... prepuziatrice... prepuziazione», «un Dio pirchio», «potenza plutoniale», «occhi fredegondi», «i loro ganziboldi», «grido marlupo»." (dalla prefazione di Tiziano Scarpa)
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