La dura schiavitù delle prostitute di guerra, i drammi degli emarginati e degli sconfitti negli anni del boom economico: torna il maestro del Gekiga. Sei racconti, un poetico e amaro atto d’accusa contro la società giapponese
Con una postfazione di Juan Scassa sui rapporti tra fumetto Gekiga e letteratura del Sol Levante.
«Un grande innovatore, che ha influenzato generazioni di autori. Con il Gekiga, allontanandosi da una tradizione di fumetti umoristici rivolti in prevalenza ai bambini, Tatsumi traghettò il manga giapponese in territorio adulto. Le sue storie ci parlano di una vasta gamma di temi ed emozioni: sesso e violenza, avidità e tradimenti, angosce e rimpianti.» - The New York Times
«Storie rapsodiche, veloci, fulminanti, guizzanti nella narrazione come è guizzante il segno grafico, realmente bello dietro la sua sobrietà apparente, fatto d'infiniti e delicati movimenti, minimali quanto sapienti, perfetti per delineare il protagonista dell'ultimo racconto. Il più misterioso, il più marginale.» - Roberto Boille, Internazionale
Nudi, indifesi, senza più maschere. Così appaiono i personaggi dei racconti di Tatsumi, gemme oscure che svelano le ipocrisie della società giapponese. Dietro l'altisonante retorica bellica, negli anni '40, ci sono le paure dei soldati e la dura schiavitù delle prostitute di guerra. Dietro la sbornia individualista del boom economico, nei decenni seguenti, ci sono gli esclusi, i volti anonimi tra la folla, gli anziani abbandonati a se stessi in città aride come deserti. Dietro la facciata delle relazioni di coppia ci sono tradimenti, legami morbosi e amori impossibili. Sei storie di solitudini e quieta disperazione: folgoranti, decadenti, cariche di esasperata sensibilità e di dolente pietà.
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