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Marco Tullio Giordana traccia un profilo molto umano e sensibile di un giovane ragazzo siciliano, nato in un contesto mafioso che decise coraggiosamente di ribellarsi a quel modo di vivere. Ma Peppino fa molto di più. Non sceglie una semplice ribellione, gioca all'attacco, sfidando i pregiudizi, il silenzio. I cento passi è uno di quei film che andrebbero assolutamente visti perché formativi e utili a sensibilizzare le coscienze.
“i cento passi”… un film che ci ha fatto rivivere la vita di un uomo e della sua generazione. La storia di Giuseppe Impastato, detto Peppino, raccontata sulla base di documenti e di ricordi, una ricostruzione di un periodo e di una generazione che aveva tanta voglia di costruire qualcosa di nuovo, qualcosa di vero. Peppino impastato viveva in un paesino siciliano. cento passi separano la casa di Peppino Impastato da quella di Tano Badalamenti, il boss locale e, come Giordana fa dire all’amico in una delle scene finali, questi stessi cento passi sono, in tutta la Sicilia, l’impercettibile distanza tra due mondi, quello della malavita e quello della gente “perbene”. . Peppino, bambino curioso che non gradiva il silenzio opposto alle sue domande, al suo sforzo di capire, si ribella come tanti giovani al padre. Ma in Sicilia la ribellione diventa sfida allo statuto della mafia. Quando si batte insieme ai contadini che si oppongono all'esproprio delle loro terre per ampliare l'areoporto Peppino conosce le prime sconfitte ma scopre l'orgoglio di una vocazione. Dopo varie esperienze fonda "Radio aut" che infrange il tabù dell'omertà e con l'arma del ridicolo distrugge il clima riverenziale attorno alla mafia.Tano Badalamenti diventa Tano Seduto e Cinisi è Mafiopoli. Il clima per lui si fa pesante: il padre cerca di farlo tacere, madre e fratello sono solidali con lui. Quando arriva il Settantasette, mentre c'è chi si rifugia nel privato, lui si presenta alle elezioni comunali. Due giorni prima del voto lo fanno saltare in aria sui binari della ferrovia con sei chili di tritolo. La morte coincide con il ritrovamento a Roma del corpo di Aldo Moro, viene rubricata come "incidente sul lavoro" poi, dopo che gli amici mettono a disposizione degli inquirenti molti indizi dell'esecuzione diventa addirittura "suicidio". Solo vent'anni dopo la Procura di Palermo rinvierà a giudizio Tano Badalamenti come mandante dell'assassinio. Il processo deve ancora essere celebrato. Solo cento passi dividono la casa di Peppino Impastato da quella di Tano Badalamenti. Una distanza minima, i balconi quasi si guardano: eppure, quei cento passi dividono due concezioni opposte del mondo. La vita contro la morte, il futuro contro il passato, il desiderio di cambiare contro la monolitica, asfissiante cappa della società tradizionale. La quale, visto che stiamo parlando di Cinisi, non lontano da Palermo, si riassume in una sola parola: mafia. E Tano Badalamenti è appunto il simbolo di questa immobilità, di questo mondo inossidabile; al contrario, Peppino Impastato, pur provenendo dallo stesso ambiente, pur figlio di un padre abituato a chinare il capo, ha deciso che è giunto il momento di cambiare. questo è un film molto riuscito: mi ha toccato nel profondo. il tutto mi ha lasciato dentro un mix di rabbia, vergogna, schifo, sdegno incredibile… ci sono persone k nn sanno,k non hanno idea,si dovrebbe parlarne più spesso perchè non bisogna dimenticare le vite delle persone k hanno lottato per un ideale,cm Peppino Impastato,bisogna portarle avanti e continuare a lottare. dovremmo far conoscere il nome di Peppino Impastato alla nuova generazione che ignora l'esistenza di persone cm lui che hanno cercato di migliorare la società e di denunciare crimini cm la mafia...
La cosa che più mi ha sorpreso di questo film è il fatto che sia così ben recitato per essere un film italiano. La figura di Peppino Impastato poi è di quelle scomode, purtroppo perfette per ricavarne un film. Il lavoro di Giordana è una pellicola molto buona, che emoziona dove deve, ben girata e con una recitazione sorprendentemente positiva. Forse il tema mafia è stato ormai "abusato" dal cinema nostrano, che da quella bella terra che è la Sicilia sembra riuscire a ricavarne solo film sulla mafia, motivo per il quale non riesco a spingermi più di tanto con il giudizio. Ma ad ogni modo è un film che tutti devono vedere.
Recensioni
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