Compositore tedesco. Inizialmente tenore ad Amburgo, debuttò come operista nel 1721 a Braunschweig con l'opera Antioco. Nel 1722 si recò a Napoli per studiare con N. Porpora e A. Scarlatti: i due compositori esercitarono un notevole influsso sulle opere che H. fece rappresentare con successo in quel periodo. Passato a Venezia (1727), divenne maestro di cappella al conservatorio degli Incurabili e continuò la sua brillante carriera teatrale (Attalo, re di Bitinia, 1728; Tigrane, 1729; Ezio, 1730; Artaserse, 1731). Nel 1730 sposò il celebre contralto Faustina Bordoni (f Hasse, Faustina). Invitato a Dresda, vi ottenne un trionfo con Cleofide; tornato in Italia, fu acclamato a Torino (Catone in Utica), Roma (Cajo Fabrizio), Venezia (Demetrio ed Euristeo), Bologna (Siroe re di Persia). Nel 1733 si stabili` a Dresda, dove rimase per oltre trent'anni (sono di questo periodo, fra l'altro, Didone abbandonata, 1742, e Il re pastore, 1755), ma con frequenti viaggi all'estero, a Londra (1734), Monaco (1746), Parigi (1750), Berlino (1753), e più volte in Italia. Dopo la morte dell'elettore di Sassonia, si trasferì con la moglie a Vienna, dove fu compositore ufficiale di corte (1764-73) ed ebbe modo di collaborare direttamente con Metastasio, che già in precedenza gli aveva fornito il testo per numerosi melodrammi. Agli anni viennesi risalgono Egeria (1764), Partenope (1767) e Piramo e Tisbe (1768). Nel 1771 fece rappresentare l'opera Ruggiero a Milano; passò gli ultimi anni di vita a Venezia. Considerato il massimo esponente dello stile dell'opera seria italiana del Settecento, e soprannominato il «caro (o divino) sassone», H. fu uno dei compositori più prolifici del suo tempo: complessivamente scrisse oltre 50 melodrammi, una decina di intermezzi (fra cui Porsugnacco e Grilletta, La contadina o Don Tabarrano e Scintilla, Il tutore o Pandolfo e Lucilla, Rimario e Grillantea, Pimpinella e Marcantonio), 11 oratori, moltissima musica sacra (composta specialmente negli ultimi anni, a parte un celebre Miserere per due soprani, due contralti, archi e organo, che risale al 1728), cantate corali e monodiche, lavori strumentali ecc. In tutte le sue composizioni si ritrova una grande abilità nel fondere la severità di linguaggio appresa in Germania con la vena melodica tipica dell'opera napoletana.