"Attore e regista statunitense di origine inglese. Con il suo fisico corpulento, le labbra carnose, gli occhi acuti e penetranti, e con le sue grandissime capacità attoriali, ha costruito una galleria di personaggi spesso indimenticabili, sebbene solo in rari casi abbia interpretato ruoli da protagonista, mentre come regista ha realizzato un unico film, considerato uno dei capolavori incontestabili del cinema fantastico. Dopo aver lavorato in teatro, dove conosce la futura moglie Elsa Lanchester, intorno alla fine degli anni '20, debutta anche nel cinema. Nel film a episodi coordinato da E. Lubitsch Se avessi un milione (1932) è un impiegato che, ricevuto un assegno da un milione di dollari, si reca tranquillamente nell'ufficio del capo e gli rivolge una sonora pernacchia; in Il segno della croce (1932) di C.B. DeMille riveste invece il ruolo dell'imperatore Nerone. Nel 1933 ottiene l'Oscar per l'interpretazione del re d'Inghilterra in Le sei mogli di Enrico VIII di A. Korda e due anni dopo impersona il crudele comandante Bligh in La tragedia del Bounty di F. Lloyd. Nel 1939 è produttore, oltre che interprete principale, dell'ultimo film inglese di A. Hitchcock, La taverna della Giamaica, certo non una delle opere memorabili del regista, ma nella quale L., seppure un po' sopra le righe, si ritaglia il ruolo di un giudice di pace della Cornovaglia che nasconde la ben più losca attività di capo di una banda di pirati. A quello stesso anno data un'altra delle sue interpretazioni memorabili, questa volta quasi irriconoscibile, nei panni di Quasimodo, il gobbo della cattedrale di Notre Dame, adattamento del romanzo di V. Hugo. Acquisita la cittadinanza statunitense nel 1950, offre ancora interpretazioni notevoli, come quella dell'avvocato Robarts in Testimone d'accusa (1957) di B. Wilder o del patrizio Sempronio Gracco in Spartacus (1960) di S. Kubrick. La sua unica regia, il memorabile La morte corre sul fiume (1955), narra la vicenda di due fratellini tormentati dal diabolico predicatore Harry Powell (R. Mitchum), deciso a scoprire con ogni mezzo dove i fanciulli nascondano i soldi lasciati loro dal padre defunto. Sceneggiato da J. Agee e magistralmente fotografato da S. Cortez, il film è una sorta di fiaba cupa e inquietante nella quale i due ragazzini si trovano a confronto con una vera e propria incarnazione del male, che finirà sconfitto, dopo una lunga fuga sul fiume attraverso un mondo dalle sfumature oniriche. Sebbene non abbia avuto un buon riscontro di pubblico, il film viene oggi unanimemente considerato uno dei vertici del cinema fantastico."