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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2015
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Don Winslow comincia a diventare ripetitivo. Questo libro poi è decisamente inferiore al bellissimo "Il potere del cane". Nota positiva: la scrittura veloce e anticonformista compensa la trama scontata facendoti divorare le pagine (dove gli spazi bianchi la fan da padrone).
Laguna Beach: tra surfisti abbronzati, spiagge dorate e ville a picco sull'ocean, i signori della droga dal Messico espandono lentamente il loro impero. Ma a Laguna Beach c'è anche la sede dell'azienda "a conduzione familiare" di Ben & Chon, specializzata nella coltivazione idroponica di una qualità pregiatissima di marjuana. I titolari dell'azienda sono due ragazzi under trenta, tipicamente californiani: Ben è la mente, figlio di una coppia ebrea molto progressista, plurilaureato, attento alla coltivazione rigorosamente biologica dell'erba e convinto sostenitore dell'investire i proventi del suo lavoro nel terzo mondo; il socio è Chon, silenzioso, introverso, indifferente agli altri e forse a sé stesso, arruolato nelle forze speciali in Afganistan, da cui ha portato con sé i preziosi semi che Ben ha sapientemente trasformato in un mostro genetico, esplicitamente "Una pianta che quasi quasi poteva alzarsi in piedi, prendere un accendino e fumarsi da sola". E poi c'è Ophelia, detta O, bionda, viziata, annoiata, miliardaria, con madre che per i suoi quattordici anni le ha regalato un buono prepagato per rifarsi il seno e che è arrivata al sesto marito. O ha come missione esistenziale lo shopping e come ambizione segreta divenire protagonista di un reality. Tra una fumata e l'altra tutti e tre se ne stanno nello stesso letto a godersi in pace l'esistenza. In quest'oasi dorata, la premiata ditta Ben & Chon deve fare i conti con un cartello di narcotrafficanti guidato da una signora della droga messicana senza scrupoli. Con questo romanzo, Don Winslow ha consegnato ad Oliver Stone la sceneggiatura già pronta per un film altrettanto adrenalinico, contorto, visionario e crudele. Ne "Le Belve", lo scrittore ci propone uno stile a singhiozzo continuo, un alternarsi di frasi fulminanti, di descrizioni dettagliate, di battutacce gelide e di osservazioni tanto acute quanto amare, condito da un linguaggio volutamente greve, per creare un racconto d'impatto e godibile. Nonostante ciò, non penso sia un libro leggero, anzi: offre ottimi spunti di riflessione, se si riesce a penetrare completamente nell'ambientazione così ben descritta.
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