Un bagliore

Una scrittura fluida, si resta incollati al libro fino alla fine. Legame tra logica e irrazionalità, torna il passato come tema principale

Un racconto, questo di Fosse, che e’ un cantico. Emoziona e incuriosisce sempre più, mano a mano che si procede nella lettura. Parte dal reale, un uomo che vaga in auto in preda all’angoscia e alla ricerca di qualcosa che neanche lui sa, per concludersi nel metafisico, con il protagonista giunto finalmente “a casa” e al sicuro. Il tutto si svolge nella natura, in un bosco… al tramonto. C’è’ la neve che ovatta tutto ancor di più, c’è il silenzio con tutte le sue voci, c’è la natura, c’è inquietudine, ci sono domande, ci sono giudizi su se stesso, c’è paura e curiosità verso un ignoto che rassicura e che incuriosisce… che alla fine lo prende per mano. Tutto in questo racconto e’ e non è, potrebbe essere e non potrebbe… è reale e non lo è. La natura e’ sovrana e il suo mistero va accolto ed accettato con animo semplice, senza porsi domande, affidandosi. Fosse e’ un autore originalissimo. Trovo che anche in questo breve romanzo (o lungo racconto) non abbandoni mai i temi che gli sono cari. Cambia lo stile (qui la punteggiatura c’è) ma il senso di sospensione e il sentirsi incalzati nella lettura e’ presente anche qui e quasi travolge, pur, anche qui, nel non succedere praticamente nulla e nello svolgersi del tutto in un arco temporale di forse un’ora o poco più. Veramente un grande autore.