Alba
di Selahattin Demirtas
Dodici racconti, alcuni dei quali autobiografici, in cui le figure femminili sono protagoniste. Una raccolta scritta durante la prigionia dal deputato curdo prigioniero in Turchia.
Le storie di Selahattin Demirtas sono dedicate a tutte le donne del mondo che sono state uccise o sono rimaste vittime di violenze. Le figure femminili sono protagoniste dei dodici racconti, alcuni dei quali autobiografici, che compongono questa raccolta: Madri, giovani, bambine, donne in carriera, di estrazioni diverse ma tutte accomunate dal ritrovarsi a combattere per affermare la propria libertà, l’indipendenza dalle convenzioni, il diritto di amare. Spaziando dalla storia di una coppia di rondini, che diventa metafora della violenza di genere e di stato, a quella di Seher, che insieme all’amore trova la morte, passando per la vicenda kafkiana di Nazan e quella struggente di mastro Hamdullah e della bella Rukiye, Selahattin Demirta si rivela un talento narrativo capace di coniugare ironia, critica sociale e scavo psicologico con una scrittura avvincente e piena di ritmo. Una bambina di cinque anni, un ricordo d’infanzia, una lettera al censore della corrispondenza della prigione in cui è detenuto diventano per lui il prisma attraverso cui scomporre la luce di un’umanità ricca di sentimenti ed emozioni. Toccanti, divertenti, poetici, questi racconti offrono uno spaccato della vita in Turchia in un momento storico delicatissimo. Non si sa perché il loro autore sia in prigione. Forse perché è troppo sensibile? O perché gli sta a cuore l’umanità? Alba è un libro importante.)
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