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Recensioni La vita adulta

La vita adulta di Andrea Inglese
Recensioni: 5/5

Libro candidato da Franco Buffoni al Premio Strega 2022

La storia di Nina, artista, e Tommaso, critico d'arte, come storia di un'intera generazione.

«Andrea Inglese si conferma un narratore inimitabile» Helena Janeczek

«Inglese è uno dei pochi scrittori italiani di oggi capace non solo di fare narrativa ma anche letteratura»Luca Ricci

Tommaso è un critico d'arte: mentre progetta il «saggio definitivo», si divide tra supplenze, un misconosciuto lavoro di redazione e altre forme di precariato culturale, che alle soglie dei cinquant'anni lo gettano in una crisi allo stesso tempo intellettuale e sentimentale. La sua «vita adulta» appare irrimediabilmente imbrigliata nella «triade maledetta: lavoro, moglie, figli». Nina è una performer: dopo aver sfiorato il successo internazionale con un esordio folgorante, si è quasi ritirata dalla scena artistica, rifiutando di sottostare alle leggi del mercato. Attraverso il corpo e una sessualità libera, benché non sempre gioiosa, Nina si appropria della realtà, senza lasciarsi condizionare da convenzioni e strategie di carriera. Questo romanzo è la storia della loro affinità elettiva, che si snoda tra Milano e Berlino, fino a quando Tommaso e Nina si incontrano e si riconoscono come due personaggi «in cerca di vie di fuga», aiutandosi a mettere a fuoco desideri e bisogni. Con La vita adulta, Andrea Inglese ci dà un ritratto illuminante, ironico e spietato del lavoro intellettuale contemporaneo – e dell'arte in particolare, con i suoi imperativi di successo – ma soprattutto dei «tardogiovani» di oggi, che la vita adulta atterrisce o invece esclude. E pone domande cruciali: è ancora possibile, oggi, diventare adulti al modo dei nostri padri? Esiste ancora quel che si chiamava maturità? È mai esistita, o si è sempre e solo invocato il suo fantasma?

Proposto da Franco Buffoni al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Andrea Inglese (Torino, 1967), già molto noto come poeta, esordì come narratore nel 2016 con Parigi è un desiderio (Ponte alle Grazie) ricevendo notevoli riscontri critici. Con questo secondo romanzo, La vita adulta, apparso nell'aprile 2021, Andrea Inglese si conferma – tra i nuovi narratori italiani – come uno dei più preparati, colti e inventivi. E soprattutto provvisti di stile. Poiché la valutazione dello stile può compiersi solo attraverso la citazione almeno di un passo, propongo il seguente: "Non ho quella dedizione alla causa che hanno i critici più giovani, anche perché, di tanto in tanto, ho pure due o tre idee originali, e ci tengo a difenderle. Ed è un lusso che loro in genere non si possono permettere. Il mestiere è ingrato, con sempre meno soldi che circolano e sempre più gente che pretende di farlo. Si sopravvive se ci si abitua subito a seguire il vento che tira. Per certi aspetti funziona per i critici giovani come per gli artisti giovani: bisogna prima assicurarsi in tutti i modi di essere dentro, di venir accettati, di non spaventare nessuno, poi si valuta, senza alcuna fretta, se si ha anche qualcosa d'importante o nuovo da dire". Si parla di lavoro, dunque, in questo romanzo, ma di un comparto poco "lavorativo", almeno se giudicato dall'esterno: quello della cultura e dell'arte contemporanea. Con il plot che si sviluppa tra varie città europee, in particolare Milano e Berlino (per incidens l'autore abita da più di dieci anni a Parigi). La storia di Tommaso e Nina diventa così un viaggio nelle metropoli che cambiano, nei costumi che si trasformano, nelle ossessioni socio-identitarie dei nuovi cinquantenni, incapaci di diventare adulti al modo dei padri. E incapaci di diventare padri a loro volta, come si dovrebbe. Nina è una performer: dopo aver sfiorato il successo internazionale con un esordio folgorante, si è quasi ritirata dalla scena artistica per non lasciarsi condizionare da convenzioni e strategie di carriera. Nina e Tommaso così si incontrano e si riconoscono come due personaggi in cerca di vie di fuga. Come ha scritto Helena Janeczek, "Andrea Inglese è uno dei pochi scrittori italiani di oggi capace non solo di fare narrativa ma anche letteratura".»

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