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Anno edizione: 2022
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«La guerra della Russia con l'Ucraina è ritenuta non solo incomprensibile ma anche irrazionale, al punto che la salute mentale di Vladimir Putin è stata messa in dubbio. Il suo desiderio di controllare e magari sottomettere l'Ucraina, tuttavia, non è che la conseguenza logica di un'ideologia formulata inizialmente dagli slavofili e da Dostoevskij, e poi sviluppata da Danilevskij, Leont'ev, gli eurasisti, Dugin e altri: l'"idea russa" nella sua sanguinosa concretezza.»
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Il saggio parte dall'epoca di Pietro il Grande con un alternarsi di visioni differenti su come rapportarsi all'occidente , modello a cui ispirarsi o da rifiutare per affermare una specificità russa. Dall'epoca di Nicola I si afferma in Russia la concezione di una superiorità prima collegata alla religione ortodossa poi all'ideologia marxista-leninista-stalinista e poi con Putin di nuovo alla religione strettamente connessa al potere politico, al patriottismo ed all'imperialismo. L'élite russa e la maggior parte dei russi vuole avere un impero ed essere una grande potenza con cui dominare il mondo slavo e possibilmente l'Europa e parte dell'Asia ed avere grande influenza nel mondo. Il fatto di non avere un'egemonia mondiale porta alla frustrazione ed alla sindrome di accerchiamento nei confronti dell'occidente che non accetta la superiorità religiosa e morale del sistema autoritario russo. "La Russia storicamente conosce solo un genere di relazione tra governanti e governati: quello verticale. [...]. A differenza delle democrazie occidentali, la Russia non ha avuto, se non per brevi intervalli di tempo, fattori di bilanciamento dei poteri quali mezzi di comunicazione liberi, elezioni democratiche, un sistema giudiziario indipendente ... ."
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