Nome d'arte di M. Sekulovich, attore statunitense. Di origine serba, frequenta i corsi d'arte drammatica a Chicago ed esordisce sui palcoscenici di Broadway, dove incontra il regista E. Kazan che, dopo averlo diretto a teatro, gli chiede di trasferire sullo schermo il personaggio del timido innamorato Mitch di Un tram che si chiama desiderio (1951) tratto da T. Williams. L'interpretazione gli vale un Oscar da attore non protagonista e lo lancia nel firmamento di Hollywood permettendogli di consolidare il successo della sua maschera irregolare, il nasone a patata, l'aspetto sgraziato da orso, con cui dà vita a personaggi forti e liberi da cliché seduttivi. Nel 1954 è il ruvido prete-tutore del ribelle M. Brando in Fronte del porto, ancora di Kazan, e di seguito scolpisce fra gli altri il cupo marito di Baby Doll (1956) sempre di Kazan, il padre fanatico di Prigioniero della paura (1957) di R. Mulligan e il capitano di cavalleria in Il grande sentiero (1964) di J. Ford. Nel 1970 partecipa a Patton, generale d'acciaio di F.J. Schaffner, nei panni del generale americano Bradley, e l'anno dopo viene chiamato da D. Argento che lo trasforma nell'enigmista cieco Arnò, le cui intuizioni si riveleranno fondamentali per scoprire l'identità del maniaco assassino di Il gatto a nove code. Ancora un personaggio di rilievo è quello del patrigno-molestatore di Pazza (1987) di M. Ritt, mentre restano marginali i ruoli brillanti tipo il vedovo innamorato di una bella hostess in Appuntamento tra le nuvole (1963) di H. Levin o l'affezionato cliente in Intrighi al Grand Hotel (1967) di R. Quine. È anche il coprotagonista di uno dei più celebrati serial polizieschi statunitensi degli anni '70, Sulle strade di San Francisco.