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Una scuola di lettori

Il diritto di sognare di Sarah Pellizzari Rabolini

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Gli alunni delle classi quinte della Scuola Primaria "Italo Calvino" dell’ IC Scialoia di Milano recensiscono il libro Il diritto di sognare di Sarah Pellizzari Rabolini.
Un viaggio tra presente e passato per parlare di razzismo, emarginazione, amicizia, coraggio e molto altro. Ecco la recensione dei giovani studenti e le loro riflessioni

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Chi siamo

Buongiorno a tutti!

Siamo i bambini delle tre classi quinte della Scuola Primaria “Italo Calvino” dell’IC Scialoia, Milano. Ci presentiamo: siamo dei lettori forti, ci potremmo definire “divoratori di libri”.
Non abbiamo preferenza di generi, ma la nostra lettura spazia dai fumetti ai racconti di autori classici, a quelli di genere narrativo, ecc. Quest’anno per il progetto a cui abbiamo aderito, in occasione della Giornata internazionale della diversità interculturale che ricorre il 21 maggio, ci ha richiesto una recensione su un libro. Il titolo che abbiamo scelto è Il diritto di sognare di Sarah Pellizzari Rabolini. Parla della storia di Claudette che negli anni ’50 del Novecento, in America, vive sulla sua pelle una storia di razzismo e di Bea che vive nel presente.

Abbiamo lavorato insieme a classi aperte con interesse, attenzione e concreta partecipazione così come facciamo da sempre per ogni progetto che ci coinvolge. A conclusione della lettura abbiamo realizzato un cartellone che raffigura la copertina del libro accompagnata dalla recensione prodotta insieme.

La recensione condivisa degli studenti

Il libro Il diritto di sognare di Sarah Pellizzari Rabolini fa parte della collana Alta Leggibilità di Mondadori, che mira a rendere la lettura più accessibile anche a quei ragazzi che faticano a leggere.

Il libro, di 166 pagine, la cui prima edizione è del 2021, scritto con un linguaggio semplice, comprensibile, d’effetto, è suddiviso in brevi capitoli intervallati da illustrazioni discrete, che non distolgono l’attenzione del lettore dal testo.

Libro Il diritto di sognare. Ediz. ad alta leggibilità Sarah Pellizzari Rabolini

Bea a scuola è brava, ma non è la numero uno e questo la infastidisce. Così scrive di chi, come lei, è un'eterna seconda, come Claudette Colvin.

Attraverso le storie narrate, l’autrice accompagna il lettore in un viaggio nel presente, rappresentato dalla protagonista Beatrice (Bea), e nel passato, rappresentato da Claudette Colvin, un’adolescente afroamericana di 15 anni che nove mesi prima di Rosa Parks si rifiutò di cedere il posto sull’autobus a una donna bianca. Claudette non si capacitava del fatto che, pur non avendo niente di diverso rispetto ai ragazzi bianchi, i ragazzi neri non venissero trattati allo stesso modo: non potevano scegliere la scuola in cui iscriversi, a Montgomery potevano solo iscriversi alla scuola segregata, la “Booker T. Washington”, non potevano misurare i vestiti nei camerini, sull’autobus dovevano salire dalla porta posteriore dopo aver pagato il biglietto per quella anteriore, inoltre dovevano sedersi dietro ai bianchi e cedere loro il posto nel caso in cui il pullman fosse affollato.

 

La protagonista del “passato”, che con quel rifiuto di cedere il posto a una donna bianca ha dato inizio a una protesta silenziosa che piano piano è divenuta travolgente, ci ha fatto comprendere che a volte con un semplice NO si può far qualcosa di grande, ANCHE CAMBIARE IL MONDO!

 

Beatrice, la protagonista del presente, è una ragazza che si impegna a scuola, ma non riesce a vincere nelle competizioni in cui partecipa rimanendo sempre l’eterna seconda. Questo la infastidisce molto fino a che non trae un’importante lezione dalla storia di Claudette, scoperta durante una ricerca sulla segregazione razziale in America. Beatrice comprende che nella vita non è fondamentale essere primi, ma è più importante partecipare, perché il valore di ognuno sta nelle cose che fa e non nei riconoscimenti che riceve.

 

L’alternanza di queste storie tra passato e presente, che inizialmente ci ha un po' disorientati per i ripetuti salti temporali, ci ha poi catturati, tenendo alta la nostra attenzione e l’interesse fino all’ultima pagina. Il racconto ci ha aiutato ad affrontare tematiche importanti come quella del razzismo e dell’emarginazione, purtroppo ancora presenti nella nostra società nonostante l’introduzione di specifiche leggi in materia. Ci ha permesso di riflettere sulle problematiche presenti ieri come oggi, facendo crescere in ognuno di noi l’incredulità e il disappunto su quanto accaduto, facendoci prendere consapevolezza che ancora oggi le diseguaglianze, le discriminazioni, non solo razziali ma anche di genere, sono purtroppo presenti. Allo stesso tempo ci ha portato a riflettere sui valori importanti come l’amicizia che può andare oltre il colore della pelle e può far accrescere la speranza che il pregiudizio verso “lo straniero nero” non continui ad essere uno “stereotipo”.

 

In conclusione Il diritto di sognare è un libro che consigliamo ai bambini della nostra età, perché oltre a parlare di pregiudizi, razzismo, coraggio, discriminazione e amicizia, offre importanti spunti di riflessioni sul potere e il coraggio di sognare; un libro che dà insegnamenti e ci fa riscoprire la bellezza dei sogni e delle passioni e ci suggerisce che vale la pena lottare per realizzarli a ogni età e contro ogni pregiudizio.

 

“Tutti abbiamo il diritto di sognare se desideriamo un mondo diverso, fatto di rispetto per quello che si è e non per il colore della pelle, cosa che non si può decidere”.

 

Ricordiamoci sempre che “SOGNARE … è un DIRITTO COSTITUZIONALE!

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