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Nationality Letteratura: Francia
Il conte di Montecristo
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Il conte di Montecristo - Alexandre Dumas - copertina
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conte di Montecristo

Descrizione


Nel febbraio del 1815, a Marsiglia, il marinaio Edmond Dantès viene falsamente accusato di bonapartismo e arrestato nel giorno delle nozze, alle soglie di una brillante carriera navale. Durante la prigionia nel castello d'If, uno scoglio in mezzo al mare, affina un odio feroce per gli autori della sua rovina e, quando l'amicizia con un altro prigioniero gli procura l'evasione nonché un favoloso tesoro, ne farà lo strumento di una vendetta grandiosa e spietata. Le mille identità che il conte assume per preparare la trappola ai suoi nemici, i suoi viaggi, gli avvelenamenti, gli intrighi, le scomparse, i ritorni: questo grande fiume creato dalla penna infaticabile di Dumas sa far voltare pagina come pochi altri, con la stessa urgenza con cui i lettori di due secoli fa aspettavano l'uscita della puntata successiva.
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Dettagli

2012
Tascabile
1198 p., Brossura
Le comte de Monte-Cristo
9788817059688

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Ho sempre voluto leggere questo libro, ma le dimensioni a dir poco esagerate mi hanno sempre frenato. Il Kindle mi ha risolto questo problema e devo dire che ne è valsa la pena. La storia è bellissima, ti tiene continuamente in tensione e ti porta con grande classe e perizia a dover andare avanti. I personaggi sono caratterizzati a meraviglia, ma da un maestro come Dumas questo era il minimo. Uno dei migliori libri che abbia mai letto. Consigliatissimo a chiunque.

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Renzo Montagnoli
Recensioni: 5/5

Non si può restare indifferenti di fronte a un romanzo che sembra incarnare lo spirito di rivincita di chi ha sempre subito. È uno di quei testi talmente ben congegnati che mi viene da definirlo il capostipite di tante fiction che con ormai con quotidianità ci vengono propinate dalle varie reti televisive. La vicenda di Edmond Dantès, incarcerato ingiustamente e che, fatta la conoscenza con un vecchio prigioniero (l’abate Faria) riesce a evadere grazie a uno stratagemma, arricchendosi con un favoloso tesoro trovato sull’isola di Montecristo è già di per sé densa di accadimenti e di emozioni, ma se poi vi si aggiunge la vendetta perpetrata sotto falso nome (appunto conte di Montecristo) porta il lettore a uno stato di tensione del tutto particolare e rilevante. Ma l’abilità di Dumas non sta solo nella sua capacità di aver articolato una trama così ben congegnata, ma anche nell’attenta analisi psicologica dei protagonisti, una cura tale da rendere ben avvertibili le atmosfere. Scrivere però del solo conte di Montecristo sarebbe un errore imperdonabile, perché l’autore, affinché i lettori dell’epoca potessero comprendere appieno tutta la storia e si entusiasmassero quindi ad essa, fa rivestire altri panni a Edmond Dantés, e così abbiamo Lord Wilmore, un nobile inglese prodigo di buone azioni, Sinbad il marinaio che salverà la famiglia Morrel dalla bancarotta e infine l’abate Busoni, a cui ricorrerà per far valere la reverente autorità religiosa. Insomma, Edomond Dantes diventa un antesignano di Fregoli. In breve dico solo che il protagonista riuscirà a guadagnare la fiducia di quei nemici che l’avevano fatto incarcerare, distruggendo poco a poco le loro vite e le loro famiglie, senza che gli stessi arrivino a nutrire il benché minimo sospetto, almeno fino al colpo di scena finale. Ma la vendetta lascia sempre con l’amaro in bocca e il vero valore dell’opera emerge quando Dantés si renderà conto che i quattordici anni trascorsi in galera e gli altri utilizzati per cercare di placare il suo odio sono irrimediabilmente trascorsi e che nessuno potrà più restituirglieli; preso atto di una sostanziale sconfitta perché la vendetta non può mai sanare quanto patito, subentrerà il desiderio di ritornare a essere l’onesto e semplice Edmond Dantes di prima della condanna e l’unica via con cui è attuabile è stravolgere quel fuoco che prima gli bruciava dentro e che ora già accenna a smorzarsi. Il rilevare d’essere sceso al livello dei suoi rivali, anzi addirittura anche più in basso è un risveglio della sua coscienza. Quindi, per poter tornare a vivere secondo la sua originaria personalità l’unica via percorribile è quella del perdono e della redenzione, ed è quello che farà. E così si chiude un cerchio in cui vengono affrontati, secondo un ordine rigorosamente logico, temi basilari in un essere umano quali la giustizia, la vendetta, il perdono e la pietà. Benché, per certi aspetti presenti le caratteristiche dei romanzi popolari dell’epoca, è proprio il modo con cui Dumas affronta queste tematiche che finiscono con il renderlo un’opera ancora attuale, facendolo rientrare nei grandi classici che non avvertono il trascorrere del tempo. Mi pare ovvio che, per stile, per contenuti, per struttura, per svolgimento della vicenda stessa la lettura de Il conte di Montecristo sia sen’altro da raccomandare.

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Federica Allegretti
Recensioni: 5/5

Il miglior Capolavoro in assoluto! mi sono innamorata di queso libro!!!

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Recensioni

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Recensioni: 5/5
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Alexandre Dumas

1802, Villers-Cotterêts

Scrittore e drammaturgo francese. Riconosciuto maestro del romanzo storico e del teatro romantico, fu uno dei più prolifici e popolari scrittori francesi del diciannovesimo secolo. Figlio di Thomas-Alexandre Davy de La Pailleterie, soldato semplice figlio di un marchese, e di una schiava nera di Santo Domingo, Marie Cessette Dumas, dalla quale eredita il cognome. Alcuni anni dopo la morte del padre, nel 1823 il giovane Alexandre fu inviato a Parigi per intraprendere gli studi di legge. Nella capitale riuscì a ottenere, grazie alla sua buona calligrafia, diversi incarichi presso il Duca d'Orléans, il futuro re Luigi Filippo. Ebbe un figlio da una vicina di pianerottolo. Il figlio, anch'egli chiamato Alexandre Dumas, seguì le orme paterne e fu anch'egli scrittore...

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