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Recensioni Adulti con riserva. Com'era allegra l'Italia prima del '68

Recensioni: 4/5
C'è stata un'epoca meravigliosa, fra la metà degli anni Cinquanta e il Sessantotto, in cui è sembrato che la società italiana riuscisse a diventare felicemente moderna. Questo libro descrive quelle stagioni, e lo fa con gli occhi della generazione dell'hula hoop e del twist, quando i figli del popolo strillavano allegri "a Saint-Tropez la luna si desta con te" e intravedevano l'opportunità di un mondo diverso. Edmondo Berselli ricorda e racconta: il suo è lo sguardo di chi è stato bambino e poi ragazzo in quell'età sospesa, quando il paese cambia ogni giorno, nelle case, nelle famiglie, nel vivere. Qua e là si scorgono le forme della Vespa e della Seicento, i volti di Togliatti, Nenni e Fanfani, i gesti dei divi come Celentano e Claudio Villa, la televisione del "Musichiere", i giornali pettegoli come "Il Giorno", e le inchieste furibonde di Giorgio Bocca. Ed ecco poi la vita quotidiana, la scuola, i giochi, le biciclette, la piccola città. È naturale, quindi, che alle vicende della storia collettiva si accompagni la cronaca di ogni giorno, con tutto lo stupore e il piacere per le novità inattese. In effetti, lo spartiacque è chiaro: da una parte c'è il vecchiume, il grigiore, il conformismo; dall'altra le riforme, il colore, le vacanze, certi piccolissimi nuovi peccati. Senza trascurare che, dopo il miracolo economico e il centrosinistra, l'universo mentale di un mondo che si scopre "giovane" viene investito dall'ondata della musica beat. La provincia italiana avverte un'eccitazione generale: spira una brezza che porta le note profetiche di Bob Dylan, le canzoni dei Beatles, il ritmo dei Rolling Stones. È quasi una rivoluzione. Ingenua e trascinante, inconsapevole e irresistibile. Raccontare oggi come eravamo significa ritrovare l'autenticità un po' anarchica di quei giorni, quando la fantasia illuminava il presente, e il futuro appariva così pieno di promesse. Ancora non si sapeva che di lì a poco, nei sottoscala del Sessantotto, la politica, il collettivo, il movimento, l'omologazione contestatrice e l'incombente rigore ideologico del Pci avrebbero spento la creatività e mortificato il felice individualismo dei ragazzi italiani qualunque. )
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