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Anno edizione: 2022
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Dall’autore di La pulizia etnica della Palestina, uno sguardo incisivo sui Territori Occupati, che riprende la storia da dove si era interrotta nel precedente libro. Il noto storico israeliano, attingendo a ricerche d’archivio rivoluzionarie, documenti di ONG e resoconti di testimoni oculari, rivolge la sua attenzione all’annessione e all’occupazione di Gaza e della Cisgiordania.
«Pappe sostiene audacemente e in modo persuasivo di considerare i territori occupati come la “più grande prigione del mondo… Le conclusioni di Pappe non saranno accolte positivamente da tutti, ma questa storia dettagliata è rigorosamente supportata da fonti primarie». - Publishers Weekly
«Ilan Pappe è lo storico più coraggioso, più rigoroso e più incisivo di Israele». - John Pilger
In questa esplorazione completa di uno dei conflitti più prolungati e tragici del mondo, Pappe utilizza materiale d’archivio recentemente declassificato per analizzare le motivazioni e le strategie dei generali e dei politici, nonché lo stesso processo decisionale, che hanno gettato le basi dell’occupazione. Da un’indagine sulle infrastrutture legali e burocratiche messe in atto per controllare oltre un milione di palestinesi, ai meccanismi di sicurezza che hanno imposto vigorosamente quel controllo, Pappe dipinge un quadro di ciò che è a tutti gli effetti il più grande carcere del mondo.
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Bel testo, con una storiografia solida capace di dimostrare l'inefficienza generale delle risoluzioni e del diritto internazionale. Un susseguirsi di ingiustizie e "punizioni" nei confronti di un popolo rinchiuso in una vera prigione nel corso degli anni. Gli autori presumono, a volte, la conoscenza del lettore di alcuni passaggi storici tralasciando vicende che già dovrebbero essere conosciute. Un testo che deve essere letto con una conoscenza minima della delicata "questione palestinese".
Ilan Pappè è uno dei più importanti storici israeliani della sua epoca. In questo saggio ci racconta, riportando una serie infinita di fonti, l'incubo che il popolo Palestinese ha dovuto vivere negli ultimi 56 anni. Consiglio vivamente questo libro a chi è interessato a conoscere le dinamiche e le politiche che hanno portato la striscia di Gaza e la Cisgiordania ad essere prigioni a cielo aperto per la popolazione indigena. Un plauso al coraggio dell'autore che si fa portavoce di verità scomode che non vedrete mai riportate sui main stream media.
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