Love on the brain. L'amore in testa

Lavorare a un progetto della NASA per qualunque scienziato è un sogno che si realizza. Anche per Bee è così dopo aver trascorso una vita nella quale la fortuna non è girata dalla sua parte. Rimasta orfana sin da quando era piccola, sballottata assieme alla sorella gemella da un parente all’altro, ha trovato nella scienza il suo scopo. Di aspetto anticonformista e con le idee ben chiare in testa, ammira Marie Curie al punto da considerarla un idolo alla quale rivolgersi nei momenti di difficoltà con tanto di profilo social dedicato. Levi sa cosa vuole dalla vita: lavorare e… Bee. Già perché l’uomo arcigno, che sembra essere sempre arrabbiato ha in realtà un cuore d’oro. Peccato che gli equivoci e i malintesi sono sempre dietro l’angolo. Il rapporto tra i due si snoda in un crescendo di ostilità fino a raggiungere la complicità grazie a un incredibile feeling che da lavorativo diviene sempre più personale. Lo stile della prosa è semplice, fluido, ricco di dialoghi. Il ritmo narrativo veloce e i personaggi ben caratterizzati rendono il lettore parte della vicenda, il quale segue le vicissitudini di Bee e Levi con grande simpatia. Un romanzo di evasione ma non solo poiché l’autrice affronta, con la leggerezza tipica della commedia romantica, il tema della presenza femminile nel mondo STEM attraverso le riflessioni della protagonista, la quale, molto più spesso di quanto si possa immaginare, è l’unica donna a partecipare alle riunioni dei progetti ai quali lavora.

La storia è uguale nella forma al primo libro, personaggi diversi ma che di base erano nemici che poi si innamorano. A differenza del primo libro che ho molto apprezzato, in questo non riesco a scorgere quel lato leggero ed entusiasmante del primo libro. La storia tra i due è noiosa, piatta e già letta e fondamentalmente i sentimenti dei due non vengono neanche approfonditi ma sembra che il loro stare insieme sia una forzatura letteraria perché la storia così deve andare. Apprezzo il lavoro di Ali Hazelwood nell'impegnarsi a scrivere di personaggi femminili nel mondo STEM e come è per loro lavorare in quel mondo così maschilista ma questo potrebbe diventare troppo ridondante, ripeterlo continuamente non cambia le cose, bastava ripeterlo il giusto numero di volte e scrivere semplicemente delle donne STEM per dimostrare che questa realtà esiste ed è in veloce crescita.

Forse non il mio preferito dell’autrice ma veramente carino!