Malamander

Le prime frasi del romanzo

MARINA INFESTA

Probabilmente, senza nemmeno accorgertene, hai già messo piede a Marina Infesta.
Magari d'estate. Con gelati e sedie a sdraio e un gabbiano che ti fregava le patatine. Avrai frugato nelle pozze d'acqua fra gli scogli con la mamma, mentre papà trovava una conchiglia dalla forma bizzarra. Te lo ricordi? E scommetto che quando è arrivato il momento di salire in macchina per tornare a casa e hai letto MARINA-IN-FESTA – scritto sul molo con le lettere al neon –, il ricordo della giornata appena trascorsa al mare era già pronto a svanire.
È un posto così.
D'estate.
Invece dovresti provare a venire quando arrivano le prime burrasche invernali, quando i trattini della scritta MARINA-IN-FESTA cadono giù dal molo, come succede ogni novembre. Quando la foschia marina risale le strade come chilometrici tentacoli spettrali, e gli spruzzi di acqua salmastra colpiscono le finestre del Gran Nautilus Hotel. Poche persone vengono a Marina Infesta in questo periodo. Persino gli abitanti del luogo si tengono alla larga dalla spiaggia quando scende la sera e il vento mugghia fra le Fauci Rocciose e il grande relitto della fregata il Leviatano, dove ancora oggi qualcuno giura di aver visto aggirarsi il viscido malamander.
Ma probabilmente tu non credi al malamander. Un uomo-pesce non può esistere, penserai. E mi sta bene. Continua a goderti sedie a sdraio e gelati. Immagino che questa storia non faccia per te. Anzi, fatti un favore e smetti di leggere. Metti via il libro in una vecchia scatola di latta e chiudila con un lucchetto. Avvolgici attorno una catena e butta la scatola giù dal molo. Dimenticati il nome Marina Infesta. Torna alla tua solita vita – cresci, sposati, fatti una famiglia. E quando i tuoi figli sapranno camminare, portali anche tu a passare una giornata al mare. D'estate, ovviamente. Fai una passeggiata sulla spiaggia, e trova la tua conchiglia dalla forma bizzarra. Chinati a raccoglierla. Ma aspetta, è attaccata a qualcosa...
A una vecchia scatola di latta.
Il lucchetto è divelto e la catena è sparita. Può essere stato il mare? Apri la scatola, e scopri...
... che è vuota.
Solo alghe e cirripedi, e qualcos'altro. Simile a... melma?
Alle tue spalle senti un rumore – sembrano passi – sempre più vicino. Sembrano passi striscianti, movimenti di pinna sempre più vicini.
Ti giri.
Cosa vedi?
Davvero?
Be', allora forse questa storia sì che fa per te.