Le vere avventure dei Rolling Stones

Come musicista, sento come doveroso compito, rendere omaggio ad una celebrata Band che viene definita “la più grande Rock Band del Mondo”, scrivendo due righe di commento su questo lavoro di Stanley Booth “Le vere avventure dei Rolling Stones”. Libro che supera le 500 pagine, dove l’autore, scrittore di musica e collaboratore per Rolling Stone, Esquire ed altre testate, segue le vicende degli Stones come testimone presente nei loro Tour in USA, UK ed Europa, soffermandosi soprattutto negli anni 68/69. Mi preme precisare : - Libro prevalentemente diretto ai fan degli Stones; per quanto scorrevole e ben scritto, a volte si fatica a trovare un ordine cronologico agli eventi, raccontati puntigliosamente ma arrotolati in back e forward così fitti da spiazzare il lettore in cerca di un filo temporale – Ruvide e sincere, le pagine arrivano a sfiorare l’eccesso e lambiscono il discutibile; ma si vuole credere ad un cronista testimone degno di fede – Splendidi i capitoli che narrano il processo a Brian del ’68, il suo funerale raccontato in una commovente elegia e soprattutto Altamont, trasfigurazione epocale imbevuta di orrore e brutalità, fine dell’innocenza e di un’era – Ne traspare in filigrana una figura per i più inedita di Brian Jones, che Booth, attraverso interviste, testimonianze e presenze, svela in una figura inaspettata – Bellissime e un poco commoventi le pagine in chiusura del libro, dove l’Autore sfoga la sua amarezza nel processo di pubblicazione di questo suo lavoro. Nonostante il titolo poco accattivante “The True Adventures” conduce il lettore davvero con gli Stones, in eventi forse di un’altra epoca, ma sazi di sapore di tagliente veridicità. Dario Carta