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Dettagli

2022
9 giugno 2022
192 p., ill. , Brossura
9788870919325

Descrizione

Il singolare è d'obbligo: Oceano, unico grande mare che ricopre oltre il settanta per cento del pianeta. «Bisognerebbe chiamare la Terra Oceano, perché tutte le masse terrestri sono isole» suggerisce l'icona dell'oceanografia Sylvia Earle. Questo invito a cambiare sistema cosmologico, a essere meno terracentrici, si accompagna alla necessità di una conversione etica che miri all'empatia e a una visione del mondo meno antropocentrica. Spesso parlando di allevamenti intensivi si dice che «se vedessimo come vivono e muoiono gli animali» non li consumeremmo più. È meno comune che questi ragionamenti vengano estesi agli abitanti dei mari, nemmeno ipoteticamente, perché ciò che è sotto la superficie e per di più a centinaia o migliaia di chilometri dalla terraferma è molto più difficile da vedere. Per questo è ancor più importante parlarne, in termini sia scientifici che narrativi, e invitare alla riflessione, come fanno i migliori divulgatori quando ci spiegano che la conoscenza scientifica, per esempio sugli effetti devastanti dello sterminio della fauna selvatica oceanica, c'è già, ma non è ancora stata interiorizzata. Manca l'empatia quindi, quella facoltà che a torto consideriamo solo umana, quando nei cetacei, come indica lo studio della loro biologia e dei loro comportamenti, potrebbe essere ancora più sviluppata. Rimediare a questa «cecità al mare» non significa solo interessarsi alla salute degli oceani, così fondamentale per il regolamento del nostro clima, ma includere nella narrazione — o portare a galla, l'acqua è il simbolo per eccellenza dell'inconscio — tante storie invisibili: dalle vite dei lavoratori offshore sulle piattaforme petrolifere, alla riservatissima industria del trasporto marittimo, fino ai pescatori di frodo, disposti a sfidare iceberg, tempeste e mesi di fughe dagli ambientalisti pur di non abbandonare il loro prezioso carico. Bisogna cambiare rotta, e se lo dice un capitano esperto come Giovanni Soldini, non possiamo che seguirlo.

Valutazioni e recensioni

4/5
Recensioni: 4/5
(3)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Essendo un vasto soggetto, alcuni capitoli sono meno interessanti e peggio scritti di altri. Ma nel complesso un lavoro ben fatto ed una lettura piacevole.

Recensioni: 5/5

Questo numero di "The Passenger" raccoglie saggi, interviste, curiosità e dati sulla parte più sconosciuta del nostro pianeta, il Mare e nello specifico l'Oceano. Perché il Mare è un elemento, ma l'Oceano è un essere vivente, agitato o calmo, impenetrabile, che ospita chi lo solca. L'Oceano è vivo e ospita una biodiversità inimmaginabile, vegetale e animale, che abbiamo appena intravisto. Noi occidentali abbiamo perso, e anzi non abbiamo mai avuto con l'Oceano, un rapporto intimo e profondo come le popolazioni insulari del Pacifico, argomento trattato nel saggio conclusivo in maniera molto sentita. E poi tanti altri spunti di riflessione sullo sfruttamento, la vita alienante sulle piattaforme offshore, quella di chi decide di abbandonare la terraferma e vivere per mare, l'inquinamento, gli effetti sulla vita pelagica. Un Oceano di materiale per una collana che suppongo davvero stimolante, anche se altri numeri non mi hanno incuriosito come questo.

Recensioni: 5/5

Leggendo tutta la collana 'The passenger' si imparano molte cose seguendo dei racconti che hanno il ritmo di un romanzo. Questo libro è particolare perché non parla di una città o di una nazione ma del mare e di tutto quello che ci vive dentro e sopra.