Compositore. La sua posizione nell'avanguardia italiana è caratterizzata da un impegno ideologico che lo avvicina a L. Nono, dal quale è però stilisticamente indipendente. Nelle prime composizioni (dalle Suites per violino e pianoforte alle 5 Vicariote per coro e orchestra su temi popolari siciliani; da Don Chisciotte per soprano, coro e orchestra alla prima opera teatrale, La sentenza, 1960) apparve legato alla più rigorosa serialità.?In seguito se ne svincolò gradatamente per una più libera ricerca e utilizzazione espressiva del materiale sonoro, come nella seconda opera Atomtod (1965), nelle composizioni Insiemi (1967) per orchestra, Ombre: alla memoria di Che Guevara (1968) e Parole da Beckett (1971) per coro e orchestra. Dopo la terza esperienza operistica, Per Massimiliano Robespierre (1975), ha approfondito il proprio controllato «materismo» anche attraverso le potenzialità dischiuse dalla tecnica dei suoni multipli per gli strumenti a fiato, fra l'altro in Masse: omaggio a Edgar Varèse per pianoforte e orchestra (1977) e Modulor per 4 orchestre (1979). Ha composto inoltre: Ode (1982) per orchestra, l'opera teatrale Doctor Faustus (da Th. Mann, 1989), Il deserto cresce per coro e orchestra (testi di Nietzsche, 1992), pezzi con live electronics e altro. Da citare, accanto alla sua attività di critico, quella di traduttore degli scritti teorici di Schönberg e dei saggi musicali di Adorno. Ha pubblicato due raccolte di saggi e articoli: Scritti (1991) e Tradizione e utopia (1994).